All’inizio degli anni Dieci, ripescando e rivisitando con piglio sperimentale Memphis rap (sviluppatosi nei primi anni Novanta e caratterizzato da un oscuro sound lo-fi, con bassi accentuati, beat prodotti utilizzando la mitica drum-machine Roland TR-808, tracciati melodici minimali generati dai synth e un flow spesso indolente, stordito, distante), horrorcore (atmosfere macabre e sample tratti da film dell’orrore) e gangsta-rap (crudo realismo, violenza, beat semplici ma incisivi), Lil Ugly Mane (nato Travis Miller a Richmond, Virginia) tirò fuori dal cilindro un esordio che tra gli appassionati guadagnò nel giro di poco tempo lo status di culto. Rilasciato in formato digitale e su cassetta, prima di essere riversato su vinile dall’italiana Hundebiss Records, “Mista Thug Isolation” suona come dei Three Six Mafia chopped’n’screwed o dei N.O.D. in preda ad allucinazioni digitalizzate.
Si parte con le ruvidissime folate harsh-noise di “Mista Thug Isolation (12th Movement)”, cui fa seguito il il gangsta-funk in salsa electro e con tromba smooth-jazz di “Serious Shit”. “Maniac Drug Dealer” alterna, invece, passaggi ipnotici a fiammate thrill-hop, mentre in “Radiation (Lung Pollution)” (feat. Supa Sortahuman) è una notturna figura di sax a pedinare loop vocali e flow alterato.
La manipolazione della voce è uno dei tratti salienti del disco. Così, se in “Wishmaster” (propulsa da un contrappunto d’archi) un sample vocale viene piegato fino a fargli assumere tratti cartooneschi, e “Bitch I'm Lugubrious” spinge verso l’enfasi machista, “Cup Fulla Beetlejuice” si diverte con atmosfere operistiche che virano verso minimalismi horror, con la voce a subire ancora orrende mutazioni.
Il Memphis rap è una delle influenze più dirette della trap: Lil Ugly Mane sembra volerlo ribadire in “Breezem Out” (il cui arioso piglio pop fa molto “nostalgia anni Ottanta”), “Twistin” (con l’amico Denzel Curry a dare man forte in un clima easy-listening) e “Throw Dem Gunz”, pregna di desolazione. Il beat si incupisce e indurisce in “No Slack In My Mack”, mentre “Lookin 4 Tha Suckin’” è indolente, carica di mistero. "Hoeish Ass Bitch" srotola un’ipnosi piano-rap “ferroviaria”, laddove “Lean Got Me Fucked Up” raccoglie malefici horrorcore che sfociano in una nausea estatica, facendo sentire la loro eco anche nella conclusiva “Send Em 2 Tha Essence”, inaugurata da un minuto circa di esalazioni harsh-ambient.
05/10/2020