Moshin' to nostalgic rock shit, I'm Brock, bitch
Semi-automatic might blast like Team Rocket
Wait, and tell 'em I'm mixing that Slayer with that 2Pac shit
One golden bullet to kill all that faggot pop shit
Questa capacità di scrivere parlando direttamente ai suoi coetanei e ai loro riferimenti è una delle più caratteristiche che renderà Denzel Curry qualcosa di più di una sensazione per appassionati. Il brano che anticipa però l’immediato futuro del rapper è “Threatz” con Yung Simmie & Robb Bank$, banger saltellante e aggressiva, ipnotica e ossessiva, che bilancia ripetizione e wordplay per delineare un modello di grande impatto, che ricollega il sound di Future alle psichedeliche esperienze sudiste.
Nostalgic 64 attira l’attenzione di Pitchfork e nel Miami New Times, sintomo di un interesse che si allarga a macchia d’olio. Pur riconoscendo il lavoro fondamentale dei produttori, in particolare POSHstronaut, questa volta emerge soprattutto il carisma di un artista appena diciottenne ma chiaramente destinato a grandi cose.
Trascorrono però quasi due anni prima che arrivi un doppio Ep, 32 Zel/Planet Shrooms (2015), che suona quasi come un secondo album, anche per il consistente minutaggio di 54 minuti totali. La prima metà è segnata da alcuni frenetici esempi del suo modo creativo di rileggere il southern-hip-hop come “Chief Forever”, “Envy Me” e soprattutto la sua prima hit “Ultimate”, uno sfoggio di flow febbricitante con un delivery devastante, che si muove fra momenti più misurati e fiammate al limite dell’urlo. Proprio “Ultimate” diventerà virale nel 2016 su “Vine”, trasformando Denzel Curry in una presenza ben conosciuta sui social media.
"Delusional Shine", con Twelve'leven, apre invece a una pop-rap molto più melodica.
Planet Shrooms spazia di più, con dosi maggiori di allucinazioni e scenari onirici, a volte più incorporei e altre più martellanti e disorientanti, come in “Planet Shrooms” (feat. J.K The Reaper).
La conferma della propria rilevanza arriva con il secondo album, Imperial (2016), pubblicato inizialmente in modo gratuito su SoundCloud e poi ripubblicato in streaming (e a quest’ultima versione faremo riferimento). Non solo fra le collaborazioni compare il nome di Rick Ross, presente in "Knotty Head" nella versione su album, ma grazie a una maggiore aggressività e omogeneità, i 39 minuti dell'ascolto suonano come un pugno in faccia ai colleghi.
In particolare, i primi brani si susseguono in un continuum che unisce trap, cloud-rap e tutto il bagaglio southern per coniare uno stile futuristico ed estremamente dinamico, come affermato con forza dall’iniziale “ULT”, una grandinata di rime con un beat frenetico, un ritornello cantato, synth incorporei e voci deformate. La successiva “Gook”, un extrabeat da infarto, segue un modello simile, mentre “Sick & Tired” rallenta quanto basta per esaltare meglio l’agilità del flow.
Messa in chiaro la potenza di fuoco di Denzel Curry, c’è spazio anche per momenti per ibridi fra trap/hardcore-hip-hop (“Story: No Title”) e altri più sofferti come “Me Now”:
Even my love has deserted me now
I cannot love 'cause it hurts me
I will be happy when I see the sun drown
I have transformed to the worst me
Young, black and gifted, I'm 'bout to get lifted
Now all my troubles and problems have shifted
After my fifth hit it seems I'll be driftin'
I'm never slipping, I'm forever pimpin'
È un momento di retromania pieno di nostalgia e malinconia, che la produzione di DJ Swish, Mickey De Grand IV e FNZ riempie di riverberi ectoplasmatici e suoni vintage. Il ritornello cantato da Nyyjerya è un altro tassello fondamentale del puzzle, una rievocazione di altri cliché e altre epoche. Solo in conclusione di questa prima sezione Denzel Curry torna al suo stile più aggressivo, con “SUMO | ZUMO”, dove sperimenta anche un delivery con voce più rauca.
La sezione intermedia contiene alcune dimostrazioni di destrezza (“SUPER SAIYAN SUPERMAN | ZUPER ZA1YAN ZUPERMAN”) ma soprattutto ricontestualizza il rap del titolare in contesti differenti da quelli già ascoltati, con un twist oscuro che colpisce già in “MAD I GOT IT | MAD 1 GOT 1T” e che lascia senza fiato sul finire di “SIRENS | Z1RENZ”:
Genocide, Genesis, they say it's a new beginnin'
I'm a sinner, you a sinner, I can see the devil grinnin', damn
Il brano di maggiore successo dell'album è però quello che tratta le tematiche dell'autolesionismo e del suicidio, intitolato "CLOUT COBAIN | CLOUT CO13A1N". Il video è uno dei più spettacolari della carriera del rapper, fra il grottesco e l'onirico: proprio per le sue tematiche, però, YouTube inserisce alcune limitazioni e vieta l'embed, quindi per guardarlo servirà seguire il link.
L’ultima sezione, la più aggressiva, trova l’apice nella potente fiammata hardcore di “VENGEANCE | VENGEANCE” (featuring JPEGMafia and ZillaKami), disturbata da voci distorte e assordanti, caratterizzata da un beat secco e synth da film horror. Il punto d’arrivo è “BLACK METAL TERRORIST | 13 M T”, una nuova “Ultimate” fatta di furia bestiale alternata da più rilassate barre da filastrocca.
Pur se la struttura impalcata dal rapper rischia di distrarre dall’opera in sé, Ta13oo è impressionante nella sua eterogeneità che non diventa mai dispersiva, una dimostrazione che Denzel Curry non può essere considerato più una sensazione di una nicchia del rap che vive online, ma un artista che può interpretare tanto il conscious-rap che la trap, passando per l’hardcore.
Dopo un paio di singoli pubblicati nel 2019, nel maggio dello stesso anno arriva il quarto album, Zuu. Il titolo riprende il nomignolo della nativa Carol City e si articola in 12 brani per appena 29 minuti totali, compresi alcuni interludi da un solo minuto. Una ricerca dell'essenzialità, in contrasto con il terzo album, che comunque dà i suoi frutti sotto forma di canzoni veloci, divertenti, smargiasse e insolitamente solari per la discografia di Curry (come "Wish"), da sempre incline al minaccioso e al lugubre. Grazie al variegato, elegante lavoro produttivo del duo australiano Finatik N Zac (FnZ), affiancato da un manipolo di altri colleghi, la scaletta scorre fra bordate di bassi, rime ipnotiche e orecchiabili, collaborazioni che completano i brani senza togliere compattezza al tutto.
C’è da smontarci i subwoofer della macchina (per esempio con "P.A.T.") con queste canzoni brevi e aggressive, questo è certo. Ma a differenza di quanto accaduto in passato, non si esplorano nuovi territori musicali e ci si limita a un esercizio di stile, seppur fatto da un fuoriclasse.
Sembra un periodo di transizione, impressione confermata da 13lood 1n + 13lood Out (2020), una breve raccolta di outtake. Quasi a contrastare l’indigestione del “triplo” Ta13oo, la successiva release è l’Ep UNLOCKED (sempre 2020), insieme al produttore Kenny Beats: un ottetto di brani che ricontestualizzano il boom-bap aggressivo e novantiano nell’era trap (“Take_It_Back_v2”, “DIET_”, “‘Cosmic’.m4a”). L’esperimento viene anche remixato in UNLOCKED 1.5 (2021), con produzioni più fantasiose e psichedeliche nonché qualche nuovo ospite. Sono palliativi in attesa di un vero seguito di Ta13oo, qualcosa che riprenda quello stile ambizioso per farlo evolvere ulteriormente.
Conscious-trap: Melt My Eyez See Your Future
A inizio 2022, qualcosa inizia finalmente a muoversi. Il quinto giorno dell’anno su YouTube fa capolino un trailer del quinto, atteso, album. S’intitola Melt My Eyez See Your Future e diventa disponibile il 25 marzo successivo, dopo un’elaborata promozione.
È il suo album più raffinato, colorato di jazz e poesia, dove scopriamo un Denzel Curry ancora diverso dalle precedenti incarnazioni, più pacato e riflessivo ma anche meno negativo e aggressivo. Dopo tante maschere, finalmente sembra di scorgere nella sua complessità la persona dietro al personaggio. Si tratta anche del suo lavoro più melodico e cantato, prodotto da un nutrito gruppo di collaboratori (fra cui Cardo, Powers Pleasant, JPEGMAFIA, Kenny Beats, Boi-1da, Thundercat, Robert Glasper, FnZ). Finalmente il paragone con Kendrick Lamar non sembra fuori portata in “Melt Session #1”, sospesa in una nuvola jazzy, o nello psych-funk di “Walkin”, rallentato fino a ricollegarsi alla trap, in cui sfoggia un’impressionante duttilità: dalle rime novantiane iniziali al saltellante incedere centrale fino ai ruggiti e alle accelerazioni successive.
Immerso in un’allucinazione western per “John Wayne”, Denzel Curry traspone in uno spazio mentale gli incubi urbani del southern-hip-hop parlando delle violenze della polizia statunitense, proseguendo idealmente in “The Last”, dove si parla ancora di temi sociali e politici:
Cops killin' blacks when the whites do the most
And your so-called revolution ain't nothin' but a post
C’è spazio anche per l’introspezione (“Mental”), pure lambendo territori pop-rap (la divertente “Troubles”, con T-Pain), e per reinterpretare in chiave cameristica la trap in “X-Wing” o in versione d’irriverente gospel l’hardcore-hip-hop in “Angelz” (con Karriem Riggins). L’influenza cinematografica che attraversa l’album trasforma un suo tipico rap aggressivo in un esercizio di tensione in “Sanjuro” (come un film di Akira Kurosawa del 1962), grazie a un minaccioso arrangiamento.
In coda arrivano due brani sorprendenti, ma per motivi differenti. Il primo è “Zatoichi” (feat. slowthai), che s’innesta su un break-beat furioso mentre porta avanti vocalizzi angelici. Il secondo è “The Ills”, l’ideale conclusione dell’album e l’esaltazione del suo lato introspettivo:
I'm seein' illusions in the pockets of my brain
I use it, then find a way to illustrate my pain
Confusion, 'cause you don't understand a word I'm sayin'
Forgive me for all I done, 'cause I be barely prayin'
Attraverso Melt My Eyez See Your Future Denzel Curry trasforma l’irruenza e l’irrequietezza di un tempo in una narrazione interiore e in una serie di riflessioni sulla società odierna. Per farlo si allontana dalle origini southern-hip-hop, pur senza rinnegarle totalmente, per inglobare un più ampio insieme di stili, dal jazz-rap a influenze più pop e ballabili, riuscendo a costruire un album pieno di spunti differenti, tenuto assieme da una forte voce narrante e da alcuni elementi ricorrenti.
L’enfant prodige di un tempo è adesso un uomo che combatte i suoi demoni, osserva il suo passato e interpreta il presente, cercando di emanciparsi da chi era. Melt My Eyez See Your Future è il suo album più profondo e riflessivo, scritto da un artista che ha 27 anni ma sembra poter vantare ormai l’esperienza di un veterano.
Ritorno al Sud: King Of The Mischievous South Vol. 2
Dopo Melt My Eyez See Your Future, edito anche in una versione extended a fine settembre 2022 e dopo l'Ep Electric Lady (2023), che contiene e una cover di Erykah Badu, Denzel Curry ritorna allo stile degli esordi per il mixtape King Of The Mischievous South Vol. 2. Il secondo capitolo della serie è soprattutto un momento di trap esplosiva e bombastica, suonata insieme ad un piccolo esercito di ospiti. Se il riconoscibile stile di Denzel Curry è ben presente, questo mixtape fa leva su una grandiosità produttiva che appartiene ad un artista che ha saputo trovarsi un posto nell'affollata scena statunitense e può concedersi, finalmente, un trionfale e victory lap. Non fate muovere troppo i pensieri durante l'ascolto, compensate con il corpo, e potrebbe diventare un effimero momento di godimento. In attesa, ovviamente, del prossimo album.
Curry Wuz Here(mixtape, self-released, 2011) | ||
King Remembered Underground Tape 1991-1995(mixtape, self-released, 2011) | ||
King Of The Mischievous South, Vol. 1(mixtape, self-released, 2012) | ||
Strictly 4 My R.V.I.D.X.R.Z.(mixtape, self-released, 2012) | ||
Mental Vendetta (con Lofty305, mixtape, self-released, 2012) | ||
Nostalgic 64(C9/L&E, 2013) | ||
32 Zel/Planet Shrooms(doppio Ep, PH/C9, 2015) | ||
Imperial(PH/C9, 2016) | ||
13(Ep, PH/Loma Vista, 2017) | ||
Ta13oo(PH/Loma Vista, 2018) | ||
Zuu(PH/Loma Vista, 2019) | ||
13lood 1n + 13lood Out Mixx(mixtape, self-released, 2020) | ||
UNLOCKED B(con Kenny Beats, 2020) | ||
UNLOCKED 1.5(con Kenny Beats, 2021) | ||
Melt My Eyez See Your Future(PH/Loma Vista, 2022) | ||
King Of The Mischievous South Vol. 2(mixtape, PH/Loma Vista, 2024) |