The Bony King Of Nowhere è il progetto di Bran Vamparys, ventiquattrenne di Ghent, giunto qui al quarto disco, se si tiene conto della colonna sonora del film “Les Géants”.
Beh, questo “The Bony King Of Nowhere” è un disco piuttosto irresistibile, non c’è molto da dire; dribbla con agilità l’affettazione di un Dylan LeBlanc (le impennate drammatiche ma non melò di “Across The River”), o di un Terry Emm (la sinfonia interiore di “Night Of Longing”), nell’esporre i propri struggimenti interiori al pubblico ludibrio.
Floreale e mai impacciato nella sua instancabile e prorompente lirica amorosa (“Wild Flowers”), Bran scrive cartoline alla sua June in un immaginario esilio catanese (“Lonesome Girl”), cerca di ridurre al silenzio il proprio cuore affranto a colpi di accordi in minore (“Rain Falls Down On Mirwart”), sogna a occhi aperti incontri e dialoghi che non avverranno mai (“Another Day Is Done”).
Siate pronti, dunque, a sfoderare il cuore di pietra più robusto che avete, perché altrimenti dovrete fare attenzione a non farvi sorprendere nel tergere furtivamente gli angoli degli occhi.
(05/11/2012)