Esitando un attimo sulle foto promozionali allegate a “Yin & Yang” si fa quasi fatica a riconoscere in quei due sorridenti signori di mezz’età sottobraccio – sovrappeso il primo, visibilmente deperito il secondo – gli iniziatori dell’età dell’oro del post-punk carburato a filtri dub. Invece sono proprio loro, per quanto questo non porti certo grande sconcerto nell’anno dei ritorni eccellenti.
Jah Wobble e il suo immancabile borsalino tutto sommato non se ne sono mai andati, mantenendo tra un progetto e l’altro una cadenza d’uscite quasi annuale. Più acciaccato il percorso di Levene, reduce da un periodo buio nel privato e nell’arte (nonostante qualcuno potrebbe contestare, a ragione, che non abbia mai prodotto lavori veramente ricordabili nel dopo-Pil).
“Yin & Yang” è il ritorno quindi dei due separati in casa per eccellenza, dietro un titolo che ha dell’ambizioso: il celebre segno taoista per cui due entità di segno opposto si abbracciano, penetrando l’una nell’altra ma conservando in ogni punto i propri tratti distintivi. Più modestamente, però, il ritorno dei due è una mossa inevitabilmente virtuosistica e amarcord.
Aizzati dall’ottimo riscontro del tour dello scorso inverno, Wobble e Levene provano a riproporre la stessa formula “live” su disco: lunghe dispute tra basso e chitarra con batteria e tappeti elettronici sullo sfondo. Se la contesa è pur sempre tra duellanti impeccabili e di lunga esperienza (ancora una volta, Wobble più di Levene), l’emozione è la grande assente in questo circo.
Così il doppio iniziale “Yin & Yang” + “Strut” è una suite di esercizi manieristici, mentre il rinnovato gusto di Wobble per il pop (passi l’incerto “Psychic Life”) questa volta è decisamente appannato, risolvendosi nel simil-country di “Mississippi” e nell’ammicco a un certo indie-rock elettronico di “Understand”.
Va meglio invece con le semi-strumentali “Jags And Staffs” e “Back On The Block”, con il suo basso che torna a rombare due giri-killer proprio come ai bei tempi, mentre Levene ha già i motori in fase di spegnimento.
L’abbraccio dello yin e dello yang insomma resta solo al livello delle intenzioni, tant’è la confusione del primo, e la mancanza di idee del secondo. I corpi restano gelidi, la compenetrazione non avviene. Wobble e Levene due coniugi che non hanno più nulla da dirsi se non perpetuare le abitudini consolidate nell’incomunicabilità.
23/11/2012