In “Fits Of Reason”, nuova opera del duo americano dopo il sorprendente, scuro come pece e come tale pronto a infiammarsi, “Salt For Salt”, tenta di supplire al fuoco interiore con la novità. Ma questo è anche il primo segno di logorìo di una formula tanto collaudata quanto reinterpretata con fervore, finora, dai Brown Bird.
L’Americana tradizionalista ha qui gioco facile, provvisto com’è di languori blues elettrici e arabeschi e danze di derviscio (“Nine Eyes”), a mostrare tutta la sua parte più in ombra, con questi duetti tarantolati di percussioni, archi e chitarra elettrica (“Threads Of Measure”, la latineggiante “Iblis”).
La scenografia di cupo noir-western è quindi presto imbastita: rochi stomp battono il tempo di tempestosi pattern elettrici (“Wayward Daughter”); solitarie epopee chitarristiche da iconografia western sono improvvisamente trasportate nel suq di Medina (“Barren Lakes”).
Ma è la scrittura, rapita da questi richiami “altri”, a rendere deboli canzoni che nel precedente “Salt For Salt” erano invece veementi. Quello che emerge, in fondo, è un invaghimento passeggero.
(25/04/2013)