Capsule

Caps Lock

2013 (unBORDE / Warner)
electro

Capitelo, Yasutaka Nakata. Impegnato tutto l'anno nel dare in pasto al suo pubblico adorante nuovi motivetti electro-pop pronti per l'uso e il consumo (che vengano interpretati dalle Perfume o da Kyary Pamyu Pamyu è cosa di poco conto alla fine, la grafia dei pezzi è riconoscibilissima), lo spazio che riesce a ritagliare per se stesso, per il suo progetto principale, non dev'essere poi così abbondante: meglio quindi occuparlo nel modo più fruttuoso possibile.
Non che le più recenti apparizioni con Toshiko Koshijima sfigurassero nel suo lungo tragitto a nome Capsule (anzi, anche da questi parti si sottolineava l'ottima ripartenza electro-house che ha segnato lo scorso “Stereo Worxxx”), ma l'esigenza di mettersi in discussione, di dialogare a più livelli con le potenzialità del proprio sound, si era ormai tramutata da tempo in necessità primaria. Ed è proprio da questa spinta che prende forma “Caps Lock”: coinciso con la capitalizzazione integrale del nome stesso del duo, il suo quattordicesimo album vede una dipartita radicale dalla spigolosa impostazione melodica, nonché dal taglio club-friendly degli ultimi quattro-cinque dischi, restituendo una vena d'imprevedibilità e di sperimentazione che di fatto sembrava letteralmente morta e sepolta. Per un 2013 già piuttosto sorprendente di suo (tra inattese rivalutazioni e cocenti delusioni), la più inaspettata delle sorprese.

È stato lo stesso Yasutaka Nakata a rivelare che quanto contenuto nel disco è frutto dell'insoddisfazione per l'estrema riconoscibilità di linguaggi, contrassegno di gran parte del j-pop contemporaneo. Con un pizzico di cattiveria, si potrebbe replicare che se questo è l'attuale stato delle cose una buona fetta del merito gli spetta di diritto; nondimeno, è un sollievo constatare un simile scatto d'orgoglio, una presa di coscienza nei confronti dell'esagerato conformismo, croce e delizia del mainstream nipponico.
E allora, bando agli uncini pronti a ficcarsi nella testa, bando pure a quanto poteva rendere un brano dei Capsule immediatamente identificabile da parte dei fan. Con una cura per i timbri e le tessiture sonore che non si respirava dai tempi di “Flash Back”, ma soprattutto con la voce della Koshijima sfruttata e rimaneggiata come parte integrante dell'organico strumentale stesso, “Caps Lock” è immersione profonda nelle abilità compositive di Nakata, viaggio alla scoperta di un potenziale inespresso che finalmente trova libero sfogo.

Blande concessioni pop o velleitari tentativi avantgarde fanno senz'altro parte del programma (e non poteva essere altrimenti, pena una transizione davvero nettissima), ma le smagliature sono ben poche nel complesso: se la disarmonia gracchiante tra gli sparsi tocchi di synth e il concretismo di sfondo di “12345678” risultano fin troppo insistiti nel complesso, e le evoluzioni shibuya-kei di “Shift” rientrano tranquillamente nei parametri del genere (interessante comunque il trattamento riservato alle tastiere), ben altri sono gli spunti di rilievo.
Dallo stacco ambient dell'interludio  “Esc”, preparatorio all'ispida impostazione electro-space di “Space” (si perdoni il gioco di parole; notevole la robusta linea di basso a commento del lavoro di tastiere e synth), al frastagliato intarsio ritmico di “Delete”, finendo sulle placide battigie lounge di “Return”, Nakata sa ribaltare il tavolo ad ogni battuta, dando finalmente pieno campo d'azione a tutta quella versatilità sempre repressa, a fatica incanalata nelle traiettorie iper-fruibili dei suoi svariati progetti paralleli.

La speranza è che questa sia una ripartenza tutt'altro che effimera, ma la base su cui edificare un nuovo monumento dell'elettronica giapponese. Ai due la palla.

17/11/2013

Tracklist

  1. Home
  2. Control
  3. Delete
  4. 12345678
  5. Shift
  6. Esc
  7. Space
  8. Return

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