In verità le tentazioni shoegaze alla My Bloody Valentine sono spesso affogate nel mare dell’hard-rock, e solo un lirismo tipicamente british (si ascolti “The Swan”) evita cadute nel manierismo del pop-garage alla Weezer.
Nel tentativo di dare un suono compatto e ben definito, la band ha tralasciato l’arte del songwriting, concentrandosi sulle potenzialità degli intrecci di basso e chitarre, una scelta che li rende amabilmente freschi ed energici, ma poco rimarchevoli.
“Fountain Park” è ad esempio una canzone alquanto inutile, che mette in imbarazzo l’ascoltatore, piuttosto attratto dalle incandescenti linee sonore di “Coared”, senz'altro il miglior episodio di ”Extended Plays” - che in verità mette insieme le otto canzoni dei due Ep nel tentativo di gettare le basi per il loro esordio più completo e definito.
Le variegate origini dei membri della band (Inghilterra, Germania, Canada e America) non la aiutano a trovare una identità: resta comunque l’impressione che il gruppo abbia le potenzialità per evolversi verso qualcosa di più interessante. Le inevitabili somiglianze stilistiche con Swervedriver e altre band shoegaze sono un fardello ingombrante e poco adatto a identificarli come la next big thing, ma alcune buone intuizioni come "Jacobi" elevano il tutto da una imbarazzante mediocrità.
Nulla di nuovo nel panorama dell’indie-rock, ma si tratta comunque di un lavoro sufficiente per tributargli un distratto ascolto.
(07/08/2013)