Al terzo appuntamento discografico, Roberto Carlos Lange (alias Helado Negro) sembra aver trovato finalmente l’equilibrio perfetto tra un'elettronica pop destrutturata lievemente sperimentale e un delicato songwriting dai toni pastorali e latini.
Dalle incantevoli canzoni estive di “Awe Owe” il progetto Helado Negro si è pian piano mosso verso una realtà urbana carpita al suo progetto-moniker Epstein, avvolgendo il tutto con tracce di post-rock ampliamente collaudate con Matt Crum negli album dei ROM.
Estraendo il languore dalla natia Florida, l’endemismo dai genitori equadoregni e una leggera nevrosi urbana dalla sua casa di New York, Roberto Carlos Lange mette insieme un ipnotico melange di antico e moderno.
E’ come se la forma dei sogni si unisse agli incubi, conciliando un romanticismo disturbato che confonde la dinamica con l’indolenza, un flusso apparentemente statico che nasconde piccole meraviglie.
“Invisibile Life” si sviluppa su ritmi sognanti e armonie temperate con un campionario di canzoni più rimarchevoli del passato: la struttura ritmica del primo singolo “Dance Ghost” sprofonda in riff di basso, distorsioni stereofoniche e un tenue falsetto che si adagia su un ritmo latino policromo.
L’ipnosi della musica di Helado Negro non si avvale dei drone e della frenesia hypnagogica, la sua creatività sconfina dagli standard con sapienti incursioni nel tropicalismo (gli arpeggi di “Lentamente”) e nell’etno-folk ( “Arboles” con Devendra Banhart alla chitarra).
E’ una musica che riempie degli spazi vuoti: i ritmi velati e le voci distanti di “U Heard” hanno infinite modulazioni timbriche, il riff tribale di “Relatives” si insinua nella mente e si impossessa della memoria, e il post-synthetic-soul di “Catastrophe“ annuncia un futuro ricco di sorprese. “Invisible Life” è non solo il miglior album di Helado Negro, ma anche uno dei più interessanti esempi di commistione multisonica, dove ogni elemento musicale originale viene trasfigurato per poi godere di nuova vita, una musica ricca di ombre e luci che stimola differenti livelli di percezione e assume i contorni di uno dei più riusciti progetti di musica globale e interculturale.
11/06/2013