John Wizards

John Wizards

2013 (Planet Mu)
afrotronica

Che in casa Planet Mu da sempre innovazione e ricerca giochino un ruolo fondamentale è un fatto oramai assodato. Sembrerebbe superfluo puntualizzarlo, se non fosse che l'etichetta di Mike Paradinas si è davvero spinta oltre l'impensabile, anche per i suoi stessi standard. Non paga di esser riuscita a estendere il bacino d'utenza del footwork ben oltre i confini della natia Chicago (un disco come l'esordio tardivo di RP Boo è eccellenza pura nel settore), nel 2013 la label sarà ricordata anche per il licenziamento di un lavoro letteralmente fuori da ogni schema e catalogazione.
Fuori schema così come la sua stessa genesi, il frutto dell'incontro fortuito tra John Withers, compositore professionista di jingle pubblicitari di Cape Town, e del cantante profugo del Ruanda Emmanuel Nzaramba, entrambi scopertisi grandi appassionati della scena musicale del Sud Africa: difficile che da questo esplosivo melting-pot di idee ed esperienze non scaturisse qualcosa quantomeno di curioso. Ancor più difficile, che qualcuno non li notasse di lì a poco, non appena il prodotto della loro creatività non avesse preso forma in uno studio di registrazione.

Cosa che puntualmente si è verificata, alla fine della fiera: fatto che non deve sorprendere, nonostante l'origine del progetto, letteralmente ai margini degli ambienti musicali che contano. Perché, dopo i pasticciati tentativi dei primi Vampire Weekend e di Tune-Yards (tra i tanti) di evocare atmosfere africane nei loro dischi, alla fine risulta molto più interessante, se non stimolante, risalire direttamente alla fonte, scoprire quanto la contemporaneità africana, tutt'altro che immersa nel passato, abbia da offrire.
E benché l'omonimo disco del duo (esteso poi a band nelle sue sortite live) lascia soltanto intravedere il capolavoro di cui sarebbero capaci (al quale invece si è gridato più volte da entrambe le sponde dell'Atlantico), si tratta di una di quelle opere che s'impone per il suo solo esserci, per la combinazione unica di elementi di cui si avvale. Perché unico, lo è a tutti gli effetti: debitore delle più antiche tradizioni culturali dell'Africa orientale e meridionale (dal Mozambico si passa in Somalia, senza dimenticarsi della Tanzania e naturalmente del Sudafrica), eppure sempre avvinto da ipotesi global, l'album è un caleidoscopico marasma nel quale i due, fantasisti a zonzo per il mondo, s'inventano una personale geografia musicale: una complicata e complicante alchimia che va a sabotare nell'arco di quindici bozzetti ogni opinione preformata sulla musica del Continente Nero.

Strania al punto da frastornare, questa girandola impazzita, da attentare alla soglia d'attenzione dei chiunque: mai uno spunto che venga ripreso, al più richiamato sotto mentite spoglie in due brani diversi, raramente un gancio che duri l'intero decorso di un brano: per pezzi dalla lunghezza media di due minuti e rotti, è un traguardo non da poco. E così, gli stranianti paesaggi rappresentati dai due incrociano le calde effusioni del loro continente al reggae e al dub, le sposano ai synth e alle manipolazioni proprie dell'elettronica e della laptop music “occidentale”, abbracciano il mondo nella sua totalità, tanto che la definizione di genere qui scelta (cioè “afrotronica”) è per puro comodo.
Il frenetico meticciato artistico dei due, scandito dalla volubile voce di Nzaramba (appassionato e disinvolto cantastorie), aggredisce e affronta questo gioioso globalismo musicale con la curiosità vorace di un bambino, con la sete di conoscenza di chi ha un universo intero da esplorare. Solo latamente pop (tessiture melodiche vere e proprie ridotte al minimo; è lontanissima la cantabilità di una Rokia Traoré), e quasi esclusivamente dedito al delirante sincretismo culturale di cui sopra, “John Wizards” certifica l'affermarsi del singolare talento compositivo di Withers, nonché l'ennesima, grande prova di spirito da parte della Planet Mu.

E sì, sarà pure disorientante, dispersivo. Ma quant'è piacevole perdersi delle volte...

27/10/2013

Tracklist

  1. Tet Lek Schrempf
  2. Lusaka By Night
  3. Limpop
  4. Muizenberg
  5. iYongwe
  6. Finally/Jet Up
  7. Maria
  8. Jabu Ley
  9. Jamieo
  10. Leuk
  11. Durvs
  12. I'm Still A Serious Guy
  13. Hogsback
  14. Lushoto
  15. Friend


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