Keith Tippett

Dedicated To You, But You Weren’t Listening (ristampa)

2013 (Esoteric / Cherry Red)
canterbury, jazz

Terminando la mia recensione, qualche settimana fa, di “Case History” di Kevin Coyne, sottolineavo come la Cherry Red (questa volta per mezzo della sussidiaria Esoteric) avesse in questi giorni ristampato i primi due classici dischi di Keith Tippett, uno dei personaggi più eclettici e singolari di quella gloriosa scuola jazz-rock inglese che fece capo alla cosiddetta "Scuola di Canterbury”. Prenderemo ora in esame il suo secondo album solista, unanimemente considerato un classico di quella gloriosa scuola e il suo personale capolavoro in ambito squisitamente jazz.

Tippett è un pianista di tutto rispetto che poco ha avuto da spartire con il mondo del rock vero e proprio. “Dedicated To You” venne dato alle stampe nel 1971 per la Vertigo (la sublabel della Philips che si prefiggeva di valorizzare i fenomeni progressive underground), seguendo così di un anno l’uscita del primo (e più quieto) lp, “You Are Here… I Am Here” (uscito anch’esso per la Vertigo e ora ristampato dalla Esoteric), prodotto da Giorgio Gomelsky, che all’epoca mosse diverse pedine importanti del rock inglese. Per quest’occasione, Tippett ampliò notevolmente il suo organico, costituendo una vera e propria big band jazz (anticipando così il suo imminente operato con il super-gruppo dei Centipede). Con lui, in questo secondo Lp, troviamo ben tre batteristi (tra cui Robert Wyatt e Phil Howard), due bassisti (tra cui il jazzista di professione Roy Babbington), un chitarrista, una cornetta (Mark Charig), un trombone (Nick Evans), un saxello (Elton Dean) e, ovviamente, Tippett al piano (anche elettrico). Insomma, una vero e proprio esercito di campioni di Canterbury.

L’impatto d’insieme è senz’altro di stampo massimalista, ma non troppo, tutto sommato. Il brano di maggiore enfasi è il primo, “This Is What Happen”, in cui i tre batteristi si sfogano a pieno ritmo (interessante la brevissima coda registrata in reverse), ma già la lunga improvvisazione collettiva di “Thoughts To Geoff”, sebbene sfoci alla fine in un jazz-rock alla Nucleus, cambia improvvisamente registro.
Il tema portante dell’album è senza dubbio “Green and Orange Night Park”, un’accorata fanfara memore della contemporanea Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e Carla Bley. Il free-jazz puro della “Gridal Suite” (memore della Company di Derek Bailey e dell’alea di Cornelius Cardew) e il jazz d’avanguardia vagamente alla Art Ensemble Of Chicago di “Five After Dawn” sono invece gli episodi maggiormente sperimentali e meno rock in assoluto, al contrario della conclusiva “Black Horse”, che ha un andamento piuttosto “black”, funk, potremmo dire. La title track è invece un breve intermezzo strumentale suonato da Elton Dean al saxello, che riprende il tema di “Green And Orange Night Park”.

La Cherry Red ha fatto un buon lavoro di (re)packaging, riproducendo fedelmente la bella copertina disegnata da Roger Dean e inserendo, nel booklet, delle buone note di Sid Smith. Magari si poteva pubblicare qualche foto inedita in più. La nota un po’ dolente riguarda il remastering, effettuato da Paschal Byrne, che nulla aggiunge (è praticamente identico) a quello delle vecchie stampe su Akarma (che è tutto dire) e su Repertoire (il cui digipack rimane l’edizione migliore). Suppongo, come già si vociferava venti anni fa, che i master originali siano andati perduti e, quindi, ogni singola ristampa sia stata “rippata” da vinile. Questa della Esoteric ha solo un’equalizzazione migliore in modo che gli scricchiolii e fruscii del vinile siano attutiti. Comunque sia, un disco da avere ad ogni costo, non solo per i fan di Canterbury.

05/02/2013

Tracklist

  1. This Is What Happens
  2. Thoughts To Geoff
  3. Green And Orange Night Park
  4. Gridal Suite
  5. Five After Dawn
  6. Dedicated To You, But You Weren't Listening
  7. Black Horse