Nei dieci anni esatti intercorsi tra la nascita della band e “Get Some Action”, i Radio Days sono diventati grandi, sia in senso letterale che figurato. Oltre duecento concerti tra l'Italia e l'Europa, le esperienze sul palco e in studio con gente come Paul Collins e Kurt Baker sono stati la migliore palestra possibile per il quartetto milanese, ormai proiettato nell'olimpo del power-pop internazionale – tant'è che il nuovo album, il quarto della serie, gode di distribuzione mondiale: Rock Indiana Records e Surfin Ki/Torreznetes per quanto riguarda l'Europa, Pop Out Records per il Giappone e Insubordination Records per gli Stati Uniti. Un risultato a dir poco lusinghiero, quello ottenuto da Dario Persi, Omar Assadi, Mattia Baretta e Paco Orsi, certamente meritato anche alla luce del meticoloso studio della materia, tradotto in quel sound che loro stessi definiscono, a ragion veduta, “pop side of rock'n'roll”.
Nella musica dei Radio Days ci sono i classici del power-pop - dai Big Star ai Rubinoos ai The Knack -, le melodie dei Beatles, il primo Costello, il punk declinato alla maniera dei Ramones, ma si tratta di semplici rimandi, mai scontate emulazioni, perché il quartetto lombardo ha saputo costruire uno stile personale e facilmente riconoscibile, patinato quanto basta e dotato di una grazia quasi innaturale.
Se con “C'est La Vie” (2011) i Radio Days dimostravano di avere raggiunto la maturità artistica, “Get Some Action” ne segue le orme, migliorando ulteriormente la qualità del songwriting e consegnando undici canzoni che sono tutti potenziali singoli: il raffinato, solare rock'n'roll di “Burning Together” e “Love And Fun”, la leggera psichedelia di “Everything Floats”, le accelerazioni di “Don't Play With Fools”, la ballad finale “My Dreams On The Ground”. Senza ulteriori giri di parole, l'apice di un decennio in continua ascesa.
08/03/2013