Samaris

Samaris

2013 (One Little Indian)
dreamy electro-pop
7.5

Il 2013 sarà ricordato, fra le altre cose, come l'anno della definitiva esplosione dell'Islanda musicale. Una terra le cui magiche suggestioni, dipinte nelle forme più disparate, accomunate fra di loro dalla fedeltà alla tradizione, sono divenute in maniera ormai definitiva componenti basilari del panorama musicale europeo.
Tre i nomi che quest'anno hanno ottenuto una meritata visibilità, grazie anche all'impegno profuso dalla One Little Indian, che dopo il successo di Björk ha emissari fissi che tengono d'occhio la scena sull'isola di ghiaccio e ha messo la firma su quasi tutti i prodotti d'importazione islandese, eccezion fatta per i Sigur Rós. Ma se gli Hjaltalín avevano già raggiunto una cospicua notorietà in patria e Ásgeir aveva addirittura conquistato, l'anno scorso, la vetta delle chart, decisamente più interessante e “sotterranea” è la storia dei Samaris.

Formatisi nel 2011 dall'incontro fra la vocalist Jófríður Ákadóttir – già metà delle Pascal Pinon – il disc jockey e producer Þórður Kári Steinþórsson e la giovanissima clarinettista Áslaug Rún Magnúsdóttir (18 anni da poco compiuti), i tre musicisti provengono da esperienze totalmente diverse: rispettivamente la tradizione cantautorale, la techno sperimentale e l'universo modern classical sperimentato al Conservatorio.
Miscelare questi tre ingredienti sarebbe stato probabilmente impossibile senza il decisivo contributo di quella scintilla di magia che pare essere caratteristica intrinseca di tutte le produzioni di provenienza islandese, quella stessa che riesce a distinguerle da qualsiasi altra merce musicale si trovi nel Nord Europa.

I Samaris sono dunque a tutti gli effetti l'ultima scoperta di casa One Little Indian, che in attesa di dare alle stampe un debut-album ancora in lavorazione, introduce alla splendida musica dei tre raccogliendo in quest'omonimo disco due Ep pubblicati negli scorsi due anni e passati inosservati persino in patria. L'autoprodotto “Hljóma Þú” ci presenta tre gemme dal gusto crepuscolare: la dolce e toccante ninna nanna della title track, guidata dalle progressioni languide del clarinetto, la più vivace e sincopata “Viltu Vitrast” e il notturno e sognante inno alla luna di “Góða Tungl”, brano scelto anche per lanciare il disco in cui la Björk di “Vespertine” è davvero a un passo.
Tre meraviglie a cui si aggiungono altre gemme di egual valore, contenute nel successivo e più epidermico “Stofnar Falla”: il mantra guidato da colate analogiche dell'omonima dark-ballad e la plumbea deflagrazione di “Vöggudub” mettono l'accento sul lato più oscuro della loro musica, mentre l'elettronica diviene protagonista nelle due metà di “Sólhvörf”, prima che l'unisono glaciale di “Kælan Mikla” concluda la splendida parata.

C'è però spazio ancora per alcuni remix già contenuti negli Ep originali, possibili trampolini di lancio per altri nuovi nomi del sottobosco elettronico islandese. Se la cura del misconosciuto DJ Arfi a “Góða Tungl” risulta poco efficace, a brillare sono gli altri tre producer: Bjarni Rafn Kjartansson alias Muted porta “ Hljóma Þú” in un humus dub paradisiaco, Árni Grétar Jóhannesson aka Futuregrapher riveste di vibrazioni e coloratissime scaglie melodiche “Viltu Vitrast” e Tjörvi Óskarsson in arte Subminimal conduce “Stofnar Falla” nel mondo di un Idm glaciale.
Il giudizio complessivo va all'operazione quanto all'ancor breve e per ora (in tutti i sensi) favolosa avventura di questo trio: in attesa del primo vero album. in arrivo a fine anno, “Samaris” è un imperdibile scrigno di piccoli, lucenti tesori.

20/09/2013

Tracklist

  1. Hljóma Þú
  2. Viltu Vitrast
  3. Góða Tungl
  4. Stofnar Falla
  5. Vöggudub
  6. Sólhvörf (I)
  7. Sólhvörf (II)
  8. Kælan Mikla
  9. Hljóma Þú (Muted Remix)
  10. Viltu Vitrast (Futuregrapher Remix)
  11. Góða Tungl (DJ Arfi Remix)
  12. Stofnar Falla (Subminimal Remix)

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