E proprio "Cocoon", "bozzolo", è uno dei brani più emblematici di questo nuovo corso di Bjork: una ballata tenera, bisbigliata, e lievemente sporcata da rumori "lo-fi". "Una canzone perfetta, soffice e lieve come la neve di Natale", la definisce Jean-Daniel Beauvallet su "Les Inrockuptibles", il settimanale musicale più quotato di Francia. È il clima che domina il disco, se si fa eccezione forse per le pulsazioni trip-hop del singolo "Hidden Place", il pezzo più prossimo al sound di "Debut". "La parola 'Vespertine' - spiega - racchiude in sé molti concetti: il fiore che si schiude all'imbrunire, l'animale che diventa attivo al calare delle tenebre, la preghiera della sera, Venere, la stella della sera, il tramonto e l'oscurità totale".
È un disco notturno, insomma, da ascoltare all'imbrunire, magari in una gelida serata invernale. Tra le note, si avverte la mano sapiente di uno stuolo di collaboratori di lusso: da Mark "Spike" Stent al mixer ai programmatori Valgeir Sigurdsson e Marius de Vries, dall'arrangiatore Vince Mendoza al duo elettronico americano dei Matmos. Nel suo "bozzolo", Bjork ha costruito un pugno di melodie scarne, atmosfere minimaliste e rumori sottili, che fanno da sfondo ai suoi vocalizzi liberi, tanto fragili ed eterei da ricordare, a tratti, il canto di una bambina. La sua ricerca passa anche per trovate eccentriche e spiazzanti, come la litania "I love him/She loves him" in "Pagan Poetry" o il finale di "Unison". Ma la sensazione finale è che forse, per Bjork, "Vespertine" sia un disco di transizione, alla volta di nuovi orizzonti musicali.
(24/10/2006)