Il controverso bassista degli Wire è il più restio tra i solisti dello storico gruppo inglese a utilizzare il nome di battesimo per pubblicare i propri lavori. Piuttosto preferisce inventarsi una nuova sigla con la quale presentare di volta in volta i vari progetti cui dà vita: Dome, Cupol, P'o, Duet Emmo, He Said, He Said Omala, H.A.L.Ö, Ocsid, Hox e 27#11, l'ultimo in ordine cronologico. Sorprende quindi trovarlo alle prese con una doppia uscita discografica intestata proprio a Edvard Graham Lewis: "All Over" e "All Under" sono due album assemblati raccogliendo registrazioni di un periodo che va dal 2003 al 2013.
"All Over" è una raccolta di canzoni, per quanto deviate, dall'animo pop. “We've Lost Your Mind” potrebbe essere una traccia uscita dalle sessioni che hanno dato vita agli ultimi lavori di Eno con Karl Hyde. “It's Hard” devia verso territori più vicini all'estetica dark di John Foxx. E “Prism Buzzard” mostra quanto Lewis sia sempre stato affascinato dalle derive ambient della cultura post-industriale.
Temi sviluppati nel più breve “All Under”. Le prime due tracce in scaletta, “All Under (Film Score)” e “All Under (Installation Loop)” sono state composte da Lewis per musicare l'omonimo film di Gunilla Leander: due drone glaciali che mostrano l'immobilità e la rigidità dei paesaggi artici. Più movimentate e in sintonia con l'estetica industriale “The Eel Wheeled” e la lunga traccia finale “No Show Godot”, diciotto minuti in cui Lewis costruisce una delirante colonna sonora a un film di fantascienza immaginario.
13/08/2014