Il sodalizio artistico tra Fabrizio Elvetico (già Illachime Quartet) e la cantante Rossella Cangini, che già fruttò un interessante “Trail Of Monologues” (cfr. no. 18 dei “Dieci Piccoli Italiani”), prosegue nel nuovo progetto Nero Diaspora, per l’occasione completato dal chitarrista palermitano Gandolfo Pagano. I sette estesi “Mirrors/Miroirs/Specchi” costituiscono un’opera sperimentale di ambience elettronica.
Il primo è un duetto tra percussioni trovate e le formule magiche cantilenanti della vocalist rapita in disparte, quindi arriva un crescendo in cui tutto s’incupisce e il senso di apocalisse si fa palpabile, una Diamanda Galas che fronteggia i Faust più plumbei. Il secondo è un complesso poliritmo incalzante e frastornante con vocalizzi acrobatici, un’associazione che farebbe invidia sia a Bjork che a M.I.A. (una loro versione caotica e inintelligibile): solo verso la fine trova una forma quasi ballabile, e poi supersonica hardcore-techno. Nel terzo, pulsazioni a pendolo di orologio introducono scenari elettronici diffratti, mentre la performer delira, un po’ gatta da pianobar e un po’ strega sardonica, finché tutto entra in combustione spontanea.
Il quarto è una meno riuscita sovrapposizione tra una sfasata danza Ebm e un brano di psichedelia ambientale, con uno scat dell’assurdo in secondo piano. La voce diventa piuttosto padrona dei minori quinto e sesto, dedicati a recitazioni di Sanguineti e Artaud, sbizzarrendosi in toni da vecchina petulante, da Mina dislessica e tartagliante, mentre il rarefatto sottofondo si limita a casuali tam-tam industriali e pizzicati atonali.
Il settimo invece si stacca dal resto per respiro ampio (16 minuti), autonomia e tono. Ronzii e formicolii di chitarra, percussioni puerili, solfeggi striduli: la pièce assume via via fisionomia di jam free-jazz, poi quella di un esorcismo, infine quella di una cerimonia tribale, ma sempre a velocità decupla.
Territorio di partenza: post-rock, di cui può essere inteso come il limite estremo per virtuosismo d’invenzione e ostico cipiglio d’improvvisazione. Ne è anche il rovescio della medaglia laddove manca la composizione e regna il puro istinto. Evoluzioni, comunque, spettacolari e Cangini al top del fregolismo d’avanguardia. Un disco libero, sono “specchi” anche le singole performance che lo innervano. Liberamente disponibile via netlabel Brusio.
25/09/2014