Torna l’ex-frontman e leggendaria voce dei
Bauhaus, torna a tre anni di distanza da quel “
Ninth” che aveva incontrato pareri divergenti tra i suoi affezionati. Torna con un “Lion” che vuole dimostrarsi subito una dichiarazione d’intenti sin dal titolo, un’opera in cui la vena blu scura malinconica e quella porpora sanguigna romantica sprigionano un’energia incredibile, che stupisce per impatto e forza. Una potenza che nasce sicuramente anche dal nuovo produttore, Youth, che già lavorà per
Killing Joke, The Bloody Beetroots e
The Verve, ma che è chiaramente frutto di un ritrovato sentimento di Murphy. Se il precedente “Ninth” mal celava un certo auto-citazionismo, un egotismo fine a sé stesso, qui siamo di fronte un’oscurità nuova e riscoperta, un'inquietudine trasformata in rabbia e gioia, che si infrange continuamente per poi acquisire nuova velocità.
Il trittico iniziale “Hang Up”–“I Am My Own Name”–“Low Tar Stars” è un magnifico attacco frontale di puro gothic-rock, strutturato e stratificato, che si esalta in un’epicità rapida e impetuosa.
Le ombre che avvolgono Peter Murphy lo seguono nella sua corsa, penetrandolo e costringendolo a una delirante battaglia spirituale da cui non esce mai vincitore.
Momenti di raccoglimento e lenta riflessione si aprono lentamente come petali secchi fra le note di “Holy Clown” o “The Rose”, dove la voce del Nostro, sempre imperante in tutto il disco, prende ancora più profondità, lasciandosi maggiori momenti di solitudine. Una solitudine marchiata a fuoco, come un simbolo di vergogna che non smette mai di sanguinare, ecco quindi alzarsi improvvisi muri di synth nella affascinante “I’m On Your Side” e riaccendersi ritmi più darkwave nella ottima “Eliza”.
Un ballo di morte fra rabbia e epica solitudine che si conclude nella coppia finale “Loctaine”–“Lion”, sintesi ideale di un’opera che forse farà storcere il naso ai più puristi seguaci di Murphy, ma che sembra idealizzare in una formula sfrontata e senza fronzoli barocchi e citazionisti quel romanticismo decadente che ispirò il “Viandante sul mare di Nebbia” di Caspar David Friedrich.
P.S. Il secondo disco-cd che accompagna l’uscita di “Lion” è una raccolta live di tracce appartenenti al passato del Nostro, tra gli spettri macabri di Bela Lugosi, registrati durante il tour " The Mr. Moonlight Tour - 35 Years Of Bauhaus".
29/06/2014