La palma, il tucano, il casco di banane: con una copertina del genere, ha un po' il sapere del pesce d'aprile il fatto che il secondo Ep di Chelsea Faith (ma che ha deciso di traslitterare in giapponese il suo nome per presentarsi al pubblico) per l'appunto sia stato pubblicato lo scorso primo aprile piuttosto che in una di queste torride giornate estive, nelle quali, ad assecondare il proprio istinto meteoropatico, calzerebbe davvero a pennello. Uscito per la 100% Silk, che ha frenato di molto le proprie attività nell'ultimo biennio (che in questo abbia giocato l'irresistibile ascesa della dance made in UK?), ma che non per questo ha smesso di voler condividere con il mondo la sua visione fieramente outsider della house-music, “Nobody's Fool” è infatti lavoro fresco, pimpante, capace di interpretare i colori e i profumi della corrente stagione e delinearli in brani gioiosi, vitali, vero tonificante per mente e corpo. Abituati di questi tempi a tutt'altre letture del genere, perlomeno se ci si concentra sui soli Stati Uniti (Michel DeMaio e Jahiliyya Fields tra gli ultimi di una serie di indefessi sperimentatori abstract-oriented), questa è una sorpresa da non sottovalutare.
In poco più di ventiquattro minuti, distribuiti lungo le tre corpose tracce del disco, la producer e performer di stanza a San Francisco ribadisce infatti con slancio rinnovato i principi su cui poggia il suo personale microcosmo house, in maniera se possibile più schietta e diretta rispetto all'esordio “Queen Of Cups”, e forse anche per questo più godibile e avvincente. Senza lunghi preamboli ad appesantire le progressioni, con i brani a ingranare la quinta in brevissimo tempo, l'Ep di Cherushii punta le sue carte su gustose costruzioni ritmiche (semplici ma non per questo sciatte e tirate via) e pimpanti agganci melodici, brevi forse e un po' troppo ribaditi (un minimo di sintesi sicuramente avrebbe giovato), ma inseriti con cura e accortezza, nel pieno rispetto dell'andamento e, perché no, del sostrato atmosferico di cui ogni singolo brano è provvisto.
Ben poco interessa alla fine se la Faith non inventi proprio nulla, non cambi sostanzialmente l'assetto stilistico in un contesto che invece ribolle di sete di rinnovamento: anche nel giocare con pattern più scopertamente volti al dancefloor, a riformulare elementi di primo acchito risaputi, la ragazza sa il fatto suo, non si lascia sviare dalle proprie scelte. Scelte che si rivelano ben valutate, interpretate con la giusta ottica: l'estate dell'anima dipinta dalla Nostra si tinge dapprima di sottili sfumature garage, rinverdite da imponenti campionamenti vocali soul e pimpanti coloriture di tastiera dal tocco jazzy, in una title track a cui manca giusto un pizzico di piglio melodico in più per poter ambire a diventare una pop-song con tutti i crismi. Diversa l'ispirazione che anima invece “Wild Abandon”, la quale al netto di qualche lungaggine di troppo promuove comunque una stimolante fusione tra il linguaggio espressivo tipico di Cherushii e delicati tappeti drum'n'bass, che quasi svaporano nel morbido incedere della cassa e dei brulicanti motivi di synth. E se la gioia di vivere non si respirasse già nell'aria, ci pensa “Spring Fever” a palesarla. Sbarazzini ghirigori di sassofono, eleganti linee di basso, vaporosi loop in zona deep ad arricchire ulteriormente la traccia: è dura resistere all'impulso di muovere il piedino, non lasciarsi trasportare da un pezzo studiato apposta per mettere il buon umore.
Regala tante vibrazioni positive, in definitiva, in questo “Nobody's Fool”, e tanta voglia di scatenarsi, di accantonare per un po' ogni pensiero negativo. La risposta a stelle e strisce dei Disclosure? Nemmeno per idea, ma il coinvolgimento che si tenta di ottenere, tutto sommato, non è poi così diverso.
24/08/2015