In poco più di ventiquattro minuti, distribuiti lungo le tre corpose tracce del disco, la producer e performer di stanza a San Francisco ribadisce infatti con slancio rinnovato i principi su cui poggia il suo personale microcosmo house, in maniera se possibile più schietta e diretta rispetto all'esordio “Queen Of Cups”, e forse anche per questo più godibile e avvincente. Senza lunghi preamboli ad appesantire le progressioni, con i brani a ingranare la quinta in brevissimo tempo, l'Ep di Cherushii punta le sue carte su gustose costruzioni ritmiche (semplici ma non per questo sciatte e tirate via) e pimpanti agganci melodici, brevi forse e un po' troppo ribaditi (un minimo di sintesi sicuramente avrebbe giovato), ma inseriti con cura e accortezza, nel pieno rispetto dell'andamento e, perché no, del sostrato atmosferico di cui ogni singolo brano è provvisto.
Ben poco interessa alla fine se la Faith non inventi proprio nulla, non cambi sostanzialmente l'assetto stilistico in un contesto che invece ribolle di sete di rinnovamento: anche nel giocare con pattern più scopertamente volti al dancefloor, a riformulare elementi di primo acchito risaputi, la ragazza sa il fatto suo, non si lascia sviare dalle proprie scelte. Scelte che si rivelano ben valutate, interpretate con la giusta ottica: l'estate dell'anima dipinta dalla Nostra si tinge dapprima di sottili sfumature garage, rinverdite da imponenti campionamenti vocali soul e pimpanti coloriture di tastiera dal tocco jazzy, in una title track a cui manca giusto un pizzico di piglio melodico in più per poter ambire a diventare una pop-song con tutti i crismi. Diversa l'ispirazione che anima invece “Wild Abandon”, la quale al netto di qualche lungaggine di troppo promuove comunque una stimolante fusione tra il linguaggio espressivo tipico di Cherushii e delicati tappeti drum'n'bass, che quasi svaporano nel morbido incedere della cassa e dei brulicanti motivi di synth. E se la gioia di vivere non si respirasse già nell'aria, ci pensa “Spring Fever” a palesarla. Sbarazzini ghirigori di sassofono, eleganti linee di basso, vaporosi loop in zona deep ad arricchire ulteriormente la traccia: è dura resistere all'impulso di muovere il piedino, non lasciarsi trasportare da un pezzo studiato apposta per mettere il buon umore.
Regala tante vibrazioni positive, in definitiva, in questo “Nobody's Fool”, e tanta voglia di scatenarsi, di accantonare per un po' ogni pensiero negativo. La risposta a stelle e strisce dei Disclosure? Nemmeno per idea, ma il coinvolgimento che si tenta di ottenere, tutto sommato, non è poi così diverso.
(24/08/2015)