C'è tanta carne al fuoco nell'esordio del co-leader dei Trail Of Dead: ventiquattro tracce, quasi tutte piuttosto brevi, compresse nei 55 minuti di un lavoro obliquo, ricchissimo di influenze e stili, che riflette l'eclettica personalità del suo autore.
Dalle melodie disturbate di "Your Tide Is Coming Out" al pop ultra-brillante di "Engines Of The Dark", "Original Machines" è un caleidoscopio di suoni e colori, lontano tanto dal post-hardcore quanto dalle derive prog che hanno caratterizzato molti frangenti del percorso artistico della band madre.
Fra i momenti più riusciti spiccano l'alt-pop ben confezionato di "Out On The Road", la ballad "All That's Left Is Land", gli inserti shoegaze di "Inside The Cave", l'epicità di "Nothing That I Meant", le trame sintetiche di "Lost The Flow".
In un paio di momenti si riconosce la matrice dei Trail Of Dead ("In Words Of A Not So Famous Man" e "Before The Swim"), ma velocemente Keely tende ad allontanarsene, con il probabile obiettivo di rendere il prodotto finale il più possibile personale.
"Original Machines", occorre dirlo, non è privo di momenti oggettivamente prescindibili (la bruttina "Spotlight On The Victor", l'inutile synth-pop della title track), in alcuni casi trattasi di veri e propri bozzetti ("Marcel Was Here" è un divertissement di appena trentaquattro secondi) che con tutta probabilità giacevano da anni nei cassetti di casa Keely in attesa di una confortevole collocazione.
Qualcosa stona, ma ce ne fossero di simili rimanenze di magazzino in giro per i polverosi archivi di certe star...
30/01/2016