Haelos

Full Circle

2016 (Matador)
alt-pop, electro, trip-hop

Esistono dischi, magari non per tutti, dalla portata rivoluzionaria, che possiedono nel proprio Dna la forza di aggiornare lo stato dell’arte in materia musicale: recente in campo electro è il caso degli Amnesia Scanner, dei quali abbiamo scritto (a ragione) in termini entusiastici, ponendoli come promulgatori di una nuova grammatica da club.
In altri casi possiamo trovarci al cospetto di lavori non altrettanto dirompenti dal punto di vista dell’innovazione, ma senz’altro ispirati, pronti magari a raccogliere e sintetizzare in maniera comunque personale idee disseminate da altri.

E’ questo il caso di “Full Circle”, l’album che potrebbe diventare la nuova colonna sonora della vostra camera da letto (come fu “Dummy” a metà anni 90), rimettendo in moto voluttuosità luciferine (come toccò a “Maxinquaye”) attraverso tracce impregnate di infinita eleganza (quanto quelle che popolavano “Blue Lines”).
Tre esempi citati non a caso, visto che da più parti si associa il trio più hype del circuito londinese alla nuova epifania trip-hop di recente in atto: in realtà ben poco c’è del sound (che fu) di Bristol in questo luminoso esordio, se non in pochi frammentari e occasionali slanci.

Le similitudini sono più velate che reali, come in quegli horror dove si resta in eterna tensione ma alla fine non accade quasi nulla di davvero spaventoso. Qui le cose accadono davvero, ma accadono altrove, non dove te le aspetteresti, in territori più prossimi alle albe baleariche, sempre dense di minimal, che non al meticciato bristoliano.
Più che nelle opere di Tricky, Massive Attack e Portishead, i punti di contatto più clamorosamente evidenti sono con i due lavori firmati dagli XX, sensazione che si presenta sin dalle prime note di “Pray” (il brano che apre le danze, dopo la breve strumentale “Intro/Spectrum”) e che si fa ancor più lampante cammin facendo, da “Dust” al crescendo emozionale che, passando attraverso la title track, approda a “Earth Not Above”, il brano che ha la forza di mutare il destino dell’album, promuovendolo a virtuoso mix di ritmi sorprendenti, raramente rintracciabili tutti assieme nello stesso supporto.

Arthur Delaney, Dom Goldsmith e la biondissima Lotti Benardout si alternano alle parti cantate, conferendo dinamismo alle undici tracce, le quali proseguono spedite fra trendy dancefloor (“Oracle”, “Separate Lives”) e rarefazioni più atmosferiche (“Alone”, “Cloud Nine”).
A differenza dei buonissimi lavori degli XX, nei quali qualche lieve calo di intensità si registrava, “Full Circle” mantiene stabilmente livelli di eccellenza, sorprendendo l’ascoltatore con un mood sì malinconico, ma sempre effervescente, con umori senz’altro notturni, ma lontani dal dimostrarsi soporiferi, piuttosto votati alla costante ricerca del movimento, per una club culture pronta ad adagiarsi su bpm lenti e profondamente sensuali.

“Full Circle”, statene certi, si imporrà come una delle opere electro più rilevanti dell’intero 2016, un lavoro che si pone in scia al più variegato Jamie XX, risalente alla scorsa estate, rinnovandone carica e importanza, consolidando un filone che, pur non presentando novità stilistiche di portata copernicana, riesce a essere un fedele specchio della nostra epoca, soddisfacendo l’esigenza comune di rallentare e dilatare i tempi, sintonizzandoli sulle frequenze dei nostri cuori.
Gli Haelos sanno attingere dalle idee altrui, ma poi sanno anche metterci del proprio, e fanno tutto molto bene, scrivendo di proprio pugno una raccolta di coinvolgenti canzoni alt-pop, che non mancheranno di ricevere il successo che meritano.

06/04/2016

Tracklist

  1. Intro/Spectrum
  2. Pray
  3. Dust
  4. Full Circle
  5. Earth Not Above
  6. Oracle
  7. Alone
  8. Separate Lives
  9. Sacred
  10. Cloud Nine
  11. Pale








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