Quando sei conquistato dalla retromania, corri il rischio di guardare al tuo passato come se fosse già parte della storia. Questo è il dilemma creativo che si cela dietro "Summer 08", nuovo lavoro a nome Metronomy, ma in realtà un vero e proprio solo album di Joseph Mount, che riscopre il fascino di quell'elettronica naif che si agitava dietro le scorribande demo-pop del suo vecchio album del 2008 "Nights Out".
Con un colpo di mano, il musicista inglese annulla tutte le fasi evolutive del sound che ha incoronato "The English Riviera" e "Love Letters" come due perfetti esemplari della rivoluzione digital-pop. Una scelta che sicuramente incontrerà molti riscontri positivi presso quel pubblico che aveva trovato il precedente album troppo cerebrale e introspettivo.
In verità "Summer 08" scorre con piacere e ha tutto quel fascino epidermico necessario per diventare un cult-pop-album, ma infine perde per strada quella voglia d'azzardo che riusciva a mescolare con ironia musica da soft-porno con utopie sonore più ambiziose ("Summer Jam"), e non è un caso che il potenziale nadir dell'album "Miami Logic" riduca il tutto a una piacevole imitazione degli Hot Chip che rifanno i Talking Heads.
Le motivazioni che hanno spinto Joseph Mount a dar vita a questo progetto sono in parte nobili, ovvero il desiderio di recuperare quell'innocenza pop che sembrava essere smarrita in "Love Letters", ma il risultato è quello di mettere ancor più in mostra le deficienze vocali e strumentali, le prime abilmente riequilibrate dall'ottimo duetto con Robyn in "Hang Me Out To Dry", le seconde compensate dall'eccelsa "Love's Not An Obstacle": un irresistibile funky-beat dalle affascinanti soluzioni elettroniche quasi hypnagogic (peccato che sfumi presto).
Non c'è in verità un brano brutto, in "Summer 08". Il formato pop anni 80 rivive in tutto il suo splendore citando Visage e Paul Young, anche se si notano marcate influenze di Prince e David Bowie ("16 Beat"); resta infine meno spazio per le evoluzioni introspettive e malinconiche del penultimo album, delle quali resta traccia nella suggestiva "Mick Slow", mentre la sintesi pop-melò di "The English Riviera" rivive in maniera egregia in "Night Owl", un funky-soul elettronico intrigante e sensuale.
Forse la chiave giusta per apprezzare il nuovo album del progetto Metronomy si cela dietro le dichiarazioni di Joseph Mount, che ha affermato che il lavoro insegue quella spensieratezza che aveva perso per strada, nel tentativo (in parte riuscito) di recuperare quella voglia di divertirsi che spesso i musicisti accantonano per ambizione o mancanza d'ispirazione.
In questa guisa tutto suona perfetto e godibile, anche perché, perdonando la brutta "Back Together", tutto quello che offre o promette "Summer 08" è una mezz'ora abbondante di puro divertimento, e godere di questa leggerenza creativa non è un peccato, in attesa di un prossimo sguardo al futuro che riporti i Metronomy sul podio del digital-pop.
23/08/2016