Primo disco registrato con un produttore (Joe Reinhart, che ha da poco imbellettato anche l'ultimo degli Hop Along), "Holy Ghost" ripercorre con grande energia una serie di brani che riassumono con grande fedeltà tutti i canoni dell'emo heart on sleeve.
Energia e fedeltà possono bastare, insieme a versi-bandiera come "You hold my hand/ You hold your liquor", negli Smashing Pumpkins di "Everyday", per riprodurre l'estetica del genere, ma non per scrivere qualcosa di insostituibile. La produzione piatta midstream-rock di Reinhart non aiuta di certo.
Nello scorrere "Holy Ghost" ci si rende conto che, in fondo, l'unica cosa insostituibile dei Modern Baseball è il fatto che esistano ancora, per potere rivivere quel tipo di live in cui lasciare un pezzo di sé (in senso figurato o meno) - qualcuno se ne accorgerebbe se suonassero sempre lo stesso pezzo, o se ne scambiassero uno con quello di un'altra band? Probabilmente no, e forse non è neanche così importante.
(05/06/2016)