Nonostante lo stranimento al cospetto della drum-machine incessante della già citata "Occupied" - notare il vago sapore twinpeaksiano del synth di sottofondo - sia notevole, ciò che sorprende è la totale naturalezza con cui Duncansson e soci riescono a gestire strutture ritmiche mai affrontate in passato. La straordinaria intensità di "Swedish Guns" ne è un esempio: associati all'usuale cantato appena sussurrato abbiamo strascichi di synth, pulsazioni decise e qualche squarcio di chitarra, il tutto confezionato con una perizia che incanta. Sulla stessa scia di collocano le belle trame sintetiche di "We Got Game" e "Can't Be Guilty", con le uniche eccezioni fuori dal coro, riconducibili agli esordi, rintracciabili in "Sloboda Narodu" e "Commited To The Cause".
Rimangono da segnalare le ariose sospensioni ambient della title track strumentale e l'insolita solarità del twee-pop elettronico di "This Thing Was Bound To Happen". La lunga chiusura di "Teach To Forget", robotica e perfino ballabile, mostra tutta la flessibilità stilistica dell'ensemble svedese, eliminando completamente l'uso delle chitarre e creando le stesse atmosfere irresistibili di "Lesser Matters" senza stridore ma semplicemente con strumenti diversi.
A margine di qualsiasi considerazione sulle nuove canzoni, gli ascoltatori più attenti avranno comunque ravvisato che le pulsazioni elettroniche sono sempre state più di un contorno per i Nostri fin dagli esordi, dunque questa evoluzione è molto più naturale di quanto si possa percepire ascoltando le tracce di questo ultimo disco.
Non un semplice album di risulta né un indeciso passo di transizione, "Running Out Of Love" rappresenta un altro importante tassello nell'importante carriera dei Radio Dept.
Sempre coerenti con se stessi e mai al di sotto di un certo standard qualitativo, confermano con quest'ultima prova la propria identità come formazione di punta nell'ambito del pop indipendente.
(08/10/2016)