L'esordiente Brady Corbet (ma già volto noto come attore) e lo scafato Scott Walker s'incontrano per il progetto "The Childhood Of A Leader" (2015), thriller fantapolitico sul trapasso tra guerre mondiali all'epoca del Trattato di Versailles.
Non solo la score di Walker accompagna a meraviglia la pellicola di Corbet: ne è anzi una sua componente fondamentale, persino vitale per risvegliare con enfatica prontezza i cali di tensione del film (specie nelle sequenze dialogiche).
Nonostante arroventino di continuo il contrappunto più classicheggiante, "Opening" (con un intermezzo di "concertino" per strumenti elettrificati) e "Finale" (terrificanti esercizi di variazione su un tema di marcia), ovvero i brani più estesi, possiedono lo sfondamento dell'heavy metal e i brividi del rock gotico. Ancor più conturbante è la buia oasi elettronica di "Dream Sequence", purtroppo solo un lacerto sottosviluppato. Seguono ammennicoli che si portano dietro qualche intuizione colta, come i vibrati degli archi alla Šostakovič ("Up The Stairs") e l'uso dei cluster orchestrali ("Third Tantrum"), di echi e percussioni ("On The Way To The Meeting"), e una fanfara mortifera ("Versailles"), che culminano nelle sospensioni Bruckner-iane di "The Meeting".
Terza e migliore prova di musica d'accompagnamento per Walker, dopo "Pola X" (1999) e "And Who Shall Go To The Ball" (2007), eseguita anche dal vivo al Film Festival 2016 di Rotterdam, è un concentrato o, meglio, un distillato di stilemi tratti da "Tilt" (1995), "The Drift" (2006) e "Bish Bosch" (2012). Breve e parziale ma tutto sommato potente, anche perché privata del suo classico crooning baritonale che sa talvolta di logorrea. Ha due modelli, l'Herrmann di "Psycho" e il Donaggio di "Carrie". Non ci si aspetti introspezione o ricerca, men che meno innovazione. Uno scarto, "New Dawn", che è una duplice rarità: è l'unica orchestrazione per synth di tutta la carriera di Walker, ed è anche la sua composizione più luminosa di sempre.
24/08/2016