Ci sono degli indiscutibili pregi nel nuovo progetto firmato da Tricky. Anzi tutto la concisione. “Skilled Mechanics” conta tredici tracce che soltanto in due casi eccedono i tre minuti, imponendo frequenti cambi di scenario, non tanto a livello di sonorità quanto a livello di contributi, visto che sono tanti (e questo è il secondo pregio) gli ospiti che nobilitano il disco con la propria presenza.
E se i tempi migliori (non penso tanto a “Maxinquaye” - sarebbe troppo facile - quanto a buoni lavori troppo spesso sottovalutati, quali “Blowback”) sono inesorabilmente alle spalle, Tricky cerca in qualche modo di affrancarsi dal passato, sforzandosi di proporre un interessante mix di (relative) novità e cose già sentite.
Ci si muove fra alti e bassi, è inevitabile: c’è l’intrigante incedere narcolettico di “Don’t Go”, ma anche il trascurabile synth-pop di “Hero”, le significative strofe autobiografiche di “Boy”, ma anche momenti nei quali l’ispirazione tende un pochino a latitare (“Necessary”, non a caso buttata là verso fine tracklist).
Berlino, il luogo ove attualmente viene dato come residente, ha probabilmente generato l’idea per il primo singolo estratto, “Beijing To Berlin”, brano denso di blackness à-la Erykah Badu, affidato alla voce della rapper cinese Ivy.
I featuring al femminile difficilmente escono male, e ad eccellere sono sia “We Begin”, affidata all’oramai fedelissima Francesca Belmonte, sia l’iniziale “I’m Not Going”, con la cantante danese Oh Land che gioca a fare la Martina Topley Bird di turno: andatura lenta, sensuale e avvolgente su chitarra in palm mute.
Ma se la cava egregiamente anche il batterista di Tricky, Luke Harris, protagonista vocale in due cover: la suadente, solo pianoforte e voce, “Bother” (degli Stone Sour), e “Diving Away”, rifacimento di “Porpose Head” dei Porno For Pyros di Perry Farrell.
L’album è ricco di momenti minimali, quasi spogli, come la conclusiva “Unreal”, e di non troppo vaghe allusioni al trip-hop: “How’s Your Life” e “Here My Dear” sono state concepite appoggiandosi su evidenti richiami bristoliani anni 90.
A conti fatti, pur nella consapevolezza di quanto l’avanguardia elettronica non passi più da queste parti, non sarà certo “Skilled Mechanics” (e questo è individuabile come il terzo pregio) a dover essere ricordato come uno dei peggiori dischi di Tricky.
10/03/2016