La mitica Roland TB-303, progettata all'inizio degli anni Ottanta da Tadao Kikumoto, non è soltanto una drum machine ma, al pari dell'icona "Smiley", uno degli immortali simboli dell'acid-techno, genere che viene omaggiato dal producer e dj italiano Donato Dozzy nel suo nuovo album per Tresor, il terzo della sua carriera e il primo per la label berlinese.
"Filo Loves The Acid" è un tributo alla 303, al suo caratteristico sound, che nelle mani sapienti di Donato Scaramuzzi, in arte Dozzy, costruisce brani ipnotici e arditi che ricordano un po' gli episodi migliori delle uscite "Analord" di Richard D. James. Il tutto sembra provenire da un futuro ormai dimenticato o da una galassia lontana sospesa nel tempo, dove brillano ancora le stelle anni Ottanta di "Synthesizing: Ten Ragas To A Disco Beat" di Charanjit Singh e i lavori acid-house dei pionieristici Phuture.
L'artista romano riesce a costruire un lavoro che mantiene il suo tocco e la sua poetica che tanta influenza ha avuto a livello internazionale. Si pensi, tanto per fare un nome, ad Anthony "Abdulla Rashim" Linell e a tanta techno-ambient scandinava (come quella del primo Varg) che ha riletto un certo "Dozzy Sound" in chiave più cupa e nordica. Anche l'ultimo album di Helena Hauff, "Qualm", arriva in territori similari, cavalcando la passione per la 303, anche se proveniente da un versante più legato alla techno Ebm, al pari dello svedese Celldöd.
Un eclettico come Dozzy ha uno stile chiaramente riconoscibile, sia quando esplora territori ambient che guardano ai "Selected Ambient Works" di Aphex Twin, sia quando dissoda vaporosi e minimali territori trance. Sempre molto attento alla storia dell'elettronica italiana, alla storia dei rave dei Novanta e della scena romana, il Nostro è riuscito a conquistare un posto di primo piano anche come sperimentatore elettroacustico alieno al dancefloor (si pensi a "Sintetizzatrice" del 2015, il suo lavoro con la cantante tarantina Anna Caragnano).
Il disco per Tresor è però intriso di una sincera passione per la materia techno più acida e corrosiva che scorre nella paranoia di "Vetta" per poi scaricarsi nei kicks di "Duetto", non disdegnando la doccia gelata di "Nine O' Three". "Back" è uno degli episodi più convincenti di una neo-acid postumana, tagliente ed essenziale, atta a incarnare una rinnovata via nel clubbing che conta.
Donato Dozzy con "Filo Loves The Acid" ci dà una lezione di storia che è, soprattutto, una lezione di stile. Al di là di ogni feticizzazione della 303, sospettiamo che lui riuscirebbe a fare techno di qualità anche con uno scacciapensieri o un iPad.
20/08/2018