Alon Mor

Lands Of Delight

2019 (autoprodotto)
elettronica, experimental, deconstructed-club

Nelle sette tracce di questo suo terzo lavoro, l’israeliano Alon Mor (classe 1997) realizza un convincente affresco di elettronica sperimentale, deconstructed club e miraggi cinematici. Più breve del precedente “Long Awaited Journey” e, per certi versi, più arioso e divertito, per quanto le sue trame siano profondamente impregnate di oscuri presagi e di atmosfere umbratili, “Lands Of Delight” si apre con i tocchi di pianoforte e la cascata di rumore di “Down Fall”, preludio a “Echoes Follow”, la cui struttura techno-tribale è a più riprese sollecitata da urti glitch-noise quando non risucchiata da baratri ambientali.

“Vertigo Queen” fa leva, invece, su atmosfere in bilico tra estasi cinematica e inquietudine dark-ambient, mostrando la grande capacità di Mor di produrre, attraverso la sua combinazione di generi e stili, veri e propri racconti sonori.
Il brano migliore del disco è sicuramente “Neolithic Fantasies”, un affastellarsi di fantasie primitiviste saldamente ancorate a un impianto poliritmico che, in chiave meno accentuata, contraddistingue anche la successiva “Flame Devourer”, colta sul finale da attacchi di ruvidissima Ebm.

Le “terre della delizia” mostrano progressivamente tratti sempre più inquieti e inquietanti, anche se il doppio climax cui giunge “Crimson Summit” (il primo con voce femminile in dolente raccoglimento, chitarre elettriche sature di distorsione, archi all’unisono su note altissime e arpeggiare folk bucolico; il secondo culminante, invece, in un tipico trionfo orchestrale) sembrerebbe lasciare spazio alla speranza.
Il condizionale è, però, d’obbligo, date le meste sensazioni che emergono alla fine di “Prosperity Of All Humankind”, ultimo brano di un disco assolutamente riuscito.

27/12/2019

Tracklist

  1. Dawn Fall
  2. Echoes Follow
  3. Vertigo Queen
  4. Neolithic Fantasies
  5. Flame Devourer
  6. Crimson Summit
  7. Prosperity of All Humankind

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