Uno dei momenti più intensi del precedente lavoro degli Elbow ("Little Fictions") era proprio quando nell'omonima traccia Garvey dichiarava con il trasporto che contraddistingue le sue performance: "We protect our little fictions, like it's all we are".
Storie, momenti, emozioni a intrecciare il ricco scenario della vita capace di animare i brani di un disco influenzato dalle nozze del leader con l'attrice Rachael Stirling.
All'inizio di "Giants Of All Sizes" - ottavo capitolo discografico piazzatosi puntuale in vetta alle classifiche britanniche - l'ascoltatore troverà qualche nube all'orizzonte. Le prime little fictions con cui facciamo i conti non sono buone e Garvey lancia fin da subito segnali d'allarme. "And I don't know Jesus anymore, and an endless sleep is awaiting me", sono le prime parole che sentiamo in "Dexter & Sinister", dopo un'intro dominata dal possente incedere del basso e della batteria che non può non ricordare uno dei pezzi più amati e belli del gruppo, "Grounds For Divorce".
Una dose rincarata poco dopo in "Empires" dal "Baby, Empires crumble all the time". Potremmo dividere così "Giants Of All Sizes" in due zone: una landa malinconica e dolorosa dove gli Elbow fanno i conti con drammi sociali e riflessioni sulla contemporaneità (Brexit e il drammatico incendio della Torre Grenfell su tutti) e personali (la morte del padre del cantante e di due amici molti vicini alla band, scomparsi a pochi giorni di distanza); un'altra, in cui piccoli scorci d'amore e bellezza riescono a ridare un senso alle cose.
Musicalmente il gruppo si conferma più in forma che mai: la già citata opening è irresistibile e trascinante per tutti i suoi sette minuti, con in più il bel finale al femminile. La prima parte di "Giants Of All Sizes" è quella più segnata dalla morte e dall'oscurità, culminante in "The Delayed 3:15" - storia di un treno tra Manchester e Londra preso da Garvey, cancellato a causa di un suicidio - e "White Noise White Heat", incentrata sul dramma della Torre Grenfell e gli annessi passaggi poco chiari della tragedia. Amarezza, dolore e rabbia mitigati da arrangiamenti sempre incisi e melodie avvolgenti, in cui si spazia dagli archi di "The Delayed 3:15" ai battiti elettronici di "On Deronda Road".
È con "Doldrums" che torna il sereno: in un mondo che brucia, si divide e crolla, sono le relazioni, gli affetti e qualche scorcio di bellezza a rimettere tutto in sesto. La ballata "My Trouble" è tutta poesia per la moglie del cantante ("Our love is these days' piano") e la successiva "On Deronda Road" racconta di un viaggio in pullman insieme al figlio Jack. Gran finale emotivo dell'opera è "Weightless" in cui Garvey chiude il cerchio analizzando la morte del padre alla luce della nascita del figlio.
Con le nove tracce di "Giants Of All Sizes", gli Elbow non solo continuano a non sbagliare un disco, ma continuano a incidere canzoni pregevoli piene di intenistà e bellezza: qui i veri giganti - musicali - sono loro.
22/10/2019