Hello from the Spirit World
My days here have been as rewarding as they are troublesome
And often dangerous
I have been assembling my notes for some time now
My intent is to create a guide for anyone whose path
May lead them to this unwavering otherness
Un grande ritorno, quello di Aesop Rock con questo "Spirit World Field Guide", dopo quattro anni da "The Impossible Kid" (2016) ma comunque preceduto dall'interessante progetto Malibu Ken e da qualche esercizio minore in forma di colonne sonore. Ma, dicevamo poco sopra, questo è il grande e atteso ritorno di uno dei più personali, fantasiosi e forbiti rapper di sempre, un "dizionario vivente" che finalmente rimette a frutto la propria portentosa vena creativa.
La forma scelta è quella di una guida a un mondo di sua creazione, che viene esplorato nelle 20 tracce aggiunte all'introduzione programmatica citata in apertura. Ian Bavitz non solo rappa da par suo, cioè al livello di chi dei pari forse non li ha, ma produce quasi tutto e guida con mano salda il progetto, addensando riferimenti psichedelici e sci-fi, cenni atmosferici e assaggi videoludici, jazz-rap e rock, persino metal, con la naturalezza di chi potrebbe modellare un brano hip-hop da qualsiasi materia prima musicale.
Per gli appassionati, è semplicemente la conferma di un'ispirazione che sembrava aver intrapreso una naturale fase calante un lustro fa, ma che ha ormai cambiato gloriosamente tendenza. Nel mondo di fantasia qui descritto troviamo una rinvigorente pausa dal reale, una giostra sonora che suggerisce più che descrivere e in cui i testi, i sempre visionari e densi racconti di Aesop Rock, spargono indizi per orientarsi quel tanto che basta per continuare a divertirsi.
Difficile e forse anche ingiusto citare alcuni brani, perché sono tutti pezzi di un puzzle in cui solo un genio sregolato potrebbe ricostruire un'immagine coerente. Per dire, il balletto per pianoforte di "1 To 10" come può coesistere con le anguille elettriche e la "Marble Cake"? Inoltre, come razionalizzare una copertina dominata da un gigantesco teschio, storico singolo del rapper e qui caratterizzato da una luminosità accecante, che sovrasta minacciosamente un ignaro cerbiatto in un bosco rinsecchito? Non è possibile, e sarebbe come analizzare seriosamente un'altra guida, quella galattica per autostoppisti di Douglas Adams, perdendone così tutto il divertimento. Meglio premere play e lasciare che sia la classe di un fuoriclasse ad assicurare 51 minuti di hip-hop di prima categoria.
04/12/2020