Aesop Rock

Aesop Rock - Il dizionario vivente

Ian Matthias Bavitz è una delle figure fondamentali del rinnovamento dell'hip-hop, il paladino dell'underground statunitense che riassume in sé la spocchia del ragazzo del ghetto ma anche l'afflato del poeta urbano. Il tutto con un dizionario sotto il braccio

di Antonio Silvestri

And I will remember your name and face
On the day you are judged by The Funhouse cast
And I will rejoice in your fall from grace
With a cane to the sky, like, "None shall pass."
None shall pass, none shall pass
(da "None Shall Pass")
Ian Matthias Bavitz, meglio conosciuto come Aesop Rock, è una delle figure fondamentali del rinnovamento dell'hip-hop nel nuovo millennio. Paladino del movimento underground statunitense, è una delle bandiera dell'avanguardia del genere. Il suo flow complesso e astratto è iniettato di visioni affascinanti, che rendono i brani criptici e tridimensionali, intrisi di simboli, di giochi fonetici, di citazioni, di richiami e di rime virtuosistiche. Aesop Rock riassume in sé la spocchia del ragazzo del ghetto ma anche l'afflato del poeta urbano. Come un consumato ed eclettico attore, può cambiare personaggio e unire le riflessioni più "alte" alle trivialità più "basse" con una magistrale capacità di adattamento. Così capita di sentirlo vantare il proprio ruolo da maschio dominante e poco dopo trovarlo perduto in visioni allucinate degne del David Lynch più onirico.

Le liriche complesse e articolate, astratte e poetiche sono uno dei due lati dell'unicità di Aesop Rock. L'altro lato è la musica, un concentrato densissimo di eleganti escursioni stilistiche, degna sintesi di un genere musicale, l'hip-hop, che ormai è giunto a una complessità che nulla invidia ai più enciclopedici complessi rock. Aesop Rock vive di questo stile labirintico e rigoglioso, evitando accuratamente di ripetersi tornando su territori già battuti da lui o da altri colleghi. Spesso è lui stesso a vestire i panni del produttore, tuttavia almeno un altro nome è fondamentale per la riuscita del versante musicale delle sue opere: quello di James Anthony Simon, meglio conosciuto come Blockhead.

Un dettaglio da non sottovalutare è che Ian Matthias Bavitz è un bianco cresciuto in una famiglia cristiana. Non capita spesso che a scalare l'Olimpo dell'hip-hop sia un ragazzo dal viso paffutello, dall'aspetto poco minaccioso e dall'aria riservata. È solo uno degli elementi che incuriosisce nella sua figura. Un altro sono i tatuaggi. Sin da ragazzo sviluppa una passione per le citazioni, soprattutto quelle più oscure e minacciose, astratte e suggestive: sulle braccia si tatua una frase del classico film di fantascienza "L'invasione degli ultracorpi", da una parte "must not sleep..." e dall'altra "must warn others".
Ian si interessa all'hip-hop sin da piccolo, grazie ai frequenti viaggi nella città di New York. All'università di Boston conosce Blockhead che, dopo aver capito che stoffa è fatto, decide di diventare un produttore e accantona l'idea di fare anche lui il rapper. In un'intervista del 2002, Aesop Rock cita Public Enemy, Boogie Down Production, KMD e Run DMC come influenti per la sua formazione, anche se nella discografia è arduo rintracciare queste influenze se non in modo indiretto.

aesoprockinterna1Il primo passo della carriera è nel segno dell'underground più spinto: un album autofinanziato e registrato con un budget quasi inesistente. Ian masterizza i compact disc uno a uno e ritaglia egli stesso le copertine: ne vende oltre 300 copie, un successo inaspettato. Music For Earthworms (1997) è, col senno di poi, solo l'antipasto di quello che verrà.  Un album d'esordio, non ufficiale, già spinto da un flow di classe e tocchi musicali carismatici. Dentro si trova il suo primo singolo, "Abandon All Hope", con i curiosi campionamenti classici, per il quale viene prodotto persino un video.
Le voci retrò di "Wake Up Call" e i synth acquatici sci-fi di "89.9FM Night Train Promo" coesistono con la fanfara misteriosa di "Shere Kahn", piccolo capolavoro arabeggiante. Una varietà stilistica travolgente, che si arricchisce anche dei fiati comici di "Coordinates" e della marcia militare di "Troubled Waters", con degli archi malinconici. In futuro i brani si mostreranno ancora più sofisticati e stratificati, arrangiati come piccoli puzzle sonori senza restrizioni di generi, ma già questo esordio non ufficiale basta a rendere interessante questa declinazione obliqua dell'hip-hop.
I testi sono già un trip fonetico e culturale con pochi rivali. Nella sola "Abandon All Hope" cita il personaggio di "Transformers" Megatron, gli Wookie di "Star Wars", la Stella Polare, Boo Radley de "Il buio oltre la siepe", il Colonnello Kurtz di "Cuore di tenebra", "Il mago di Oz" e nel titolo richiama persino la Commedia del nostro Dante. Non è solo una questione di riferimenti accattivanti e variegati, ma soprattutto di lessico: uno dei più vasti mai arrivati su un disco hip-hop, capace di mettere a dura prova il vocabolario di chi non è madrelingua. Questa incredibile ricchezza lessicale è ancora più impressionante quando la si confronta con molti dei nomi più importanti e celebrati della musica hip-hop, come ha fatto il sito Poly-Graph.co. Nel grafico risultante dall'analisi, Aesop Rock è letteralmente fuori scala, capace di far impallidire persino Roots, Wu Tang Clan e CunninLynguists in quanto a numero di parole differenti utilizzate nei propri testi. Praticamente, la complessità lessicale dei suoi testi crea una categoria a parte, dove non sembra avere nessun rivale (anche se noi in Italia abbiamo gli Uochi Toki).

Appleseed (1999) è un Ep auto-prodotto che vede fra le altre cose l'inizio della collaborazione con Blockhead. Ci sono altri assi che Aesop Rock mette in gioco, come il jazz di "Dryspell", rubato a Ornette Coleman, e il rock malinconico e introverso che zampilla dalla chitarra di "Same Space (The Tugboat Complex Part 2)". La tromba desolata di "Hold The Cup", poi ornata da altri fiati e da percussioni, è probabilmente il momento maggiore assieme a "1000 Deaths", afro-hip-hop con piano malinconico e fiati.
In "Odessa" una chitarra mesta si affianca a un flauto ancestrale. Si tratta di cattedrali di campionamenti, di contaminazioni, di fusioni che hanno pochi rivali. L'elemento più trascurabile è il beat, poiché i brani ruotano attorno a questi strati di musiche e di stralci vocali. Assieme a questo "flusso" si muove quello dei testi, mutanti e sempre sul punto di diventare disorientanti.

Float (2000) fa il "vuoto" rispetto al resto della scena. Settanta minuti per l'esordio non auto-prodotto, ed è la consacrazione definitiva di Aesop Rock come uno dei più talentuosi rapper di sempre. L'album è maturo e ripudia praticamente tutti gli stereotipi del genere, a partire dal beat, che spesso si interrompe. Il ritmo si frattura, si assenta e diventa più volte irregolare. Mancano i classici generi di riferimento: pochi funk, soul, rock, blues e comunque stravolti, mischiati, riletti. Sono sostituiti da ibridi stilistici che, tutt'altro che secondari, costruiscono paesaggi musicali non meno peculiari del rap, al solito di gran classe e lessicalmente sconfinato.
Dal manifesto "Float" alla psichedelia onirica per chitarra elettrica di "Commencement At The Obedience Academy", dal jazz con violino di "Big Bang" ai bassi penetranti di "Garbage", con altri archi. E così, senza cedimenti, ancora, il blues-hip-hop à-la Beck di "I’ll Be Ok", l'intermezzo pensoso e orchestrato di "Basic Cable", la tromba ubriaca di "Fascination", l'allucinazione etno-jazz orchestrale del capolavoro "Oxygen", il reggae-rock della notevole "Skip Town", le voci robotiche di "6B Panorama", la suspense di grande atmosfera di "Spare A Match" e la maestosa marcia di "Attention Span".
La fantasia che l'opera sprizza è impressionante, senza contare che ogni episodio trova una sua dimensione e sviluppa adeguatamente un paesaggio sonoro preciso. La splendida "How To Be A Carpenter", fiati da suspense inclusi nel prezzo, e l'allucinazione di "No Splash" portano a un altro momento da incorniciare, "Drawbridge": suspense cupa, orchestrazioni variegate, rapping tagliente e clima da apocalisse. Chiude "The Mayor And The Crook", indian-etno-rap che è degna conclusione di un album eccezionale.
Che sia un jazz-rap nuovo, fatto di trombe allucinate e distanti, magari condito di percussioni, o che sia una psichedelia visionaria o una marcia maestosa, la parte strumentale di quest'album è protagonista almeno quanto i testi. Sfruttando il potenziale del campionamento, si mette su disco un tour de force di contaminazioni e commistioni, rifuggendo i modelli preconfenzionati del genere. Aesop Rock ci mette tutto se stesso dietro il microfono, non perdendo occasione per depistare e sommergere di immagini stravaganti l'ascoltatore, che rischia al primo impatto di rimanere disorientato e inebetito. Penetrata la scorza dura di questi brani, però, se ne apprezza la ricchezza nei testi e nella musica. Sono 20 canzoni capaci di rifondare l'hip-hop alternativo, ritornando a porre al centro i testi e, contemporaneamente, usando la parte strumentale come fucina di suggestioni, visioni e divagazioni.

aesoprockinterna2Solo perché segue Float, il successivo Labor Days (2001) può sembrare un album fin troppo lineare. In realtà, inserito nel suo contesto, è un altro momento di grande cratività e varietà stilistica, solo meno imprevedibile rispetto al recente passato. Per quanto colpisca da subito "Labor", con i suoi bassi tellurici, è la poetica e commovente "Daylight", dolce melodia di folk-pop orchestrale, a iniziare l'elenco dei brani maggiori. La melodia orientaleggiante e inquietante di synth di "Flashflood", con sfumature etniche, è il secondo momento da ricordare come una delle vette della carriera e uno dei momenti più distanti dai modelli comuni di musica hip-hop. È seguita a ruota da "No Regrets", momento orecchiabile e chiaro esempio dell'originalità delle musiche di Aesop Rock: saltellante il refrain, sullo sfondo voci lontanissime ed eteree, orchestrazioni cameristiche mentre dietro il microfono si snocciola un testo surreale con tanto di plot twist.
Il complesso arrangiamento di fiati di "Bent Life" e il travolgente carillon drogato di bassi di "9-5 Anthem" completano idealmente i momenti maggiori di un album meno spaventosamente alieno rispetto a Float, ma che ancora suona come diverso da quanto proposto dal resto della scena. Questa volta è più facile ricondurre le tracce a vere e proprie canzoni hip-hop, per quanto  atipiche e infuse di carisma.

Nel 2002 l'Ep Daylight contiene una versione alternativa del brano omonimo, già comparso in Labor Days. Si intitola "Night Light" ed è un reworking più cupo e agitato dell'originale. Il resto suona come una raccolta di scarti d'autore.

Tempo di cambiare, così Blockhead interviene molto meno nel successivo album, Bazooka Tooth (2003), un altro viaggio che investe l'ascoltatore e lo trasporta nei più variegati paesaggi sonori. C'è ancora la totale libertà musicale nella title track, poi la musica da ballo mediorientale, jazzy e da club di "N.Y. Electric/Hunter Interlude" apre alla psichedelia di "Easy" prima che ci si tuffi nel turbine ritmico di "No Jumper Cables", mostrando in quattro brani una varietà sonora che molte discografie faticano a mettere insieme.
L'album è segnato da ritmi che abbondano maggiormente di bassi possenti, di un feeling ballabile, come ben fotografa "Limelighters", doppiata da "Babies With Guns", il quasi-grime di "Mars Attack" e "Super Fluke", gioiello che è ormai altro dall'hip-hop, vicino all'astrazione che sarà del dubstep. Discorso solo in parte collegato è "11:35", ballabile con cantante d'opera sullo sfondo e un fluido flow che armoniosamente si cosparge sul beat. Anche quando si torna al funk, lo si fa in modo sbilenco come in "Cook It Up", in un'estasi canora, di voci e di intrecci, che arriva ai limiti del caos nel finale.
Aesop Rock si sta spingendo lentamente verso uno stile più ballabile, senza per questo perdere molto in termini di carisma. D'altronde non avrebbe potuto ripetere mai l'effetto sorpresa di Float rimanendo su territori che, pur essendo vasti, rischiava di visitare per la seconda volta.

L'Ep Fast Cars, Danger, Fire and Knives (2005) serve a spezzare la fame di nuove canzoni. C'è almeno un brano, fra questi tentativi a tratti poco peculiari ("Zodiaccupunture"), che è degno del repertorio maggiore: "Holy Smokes", un violino e gemiti ad accompagnare uno xilofono. "Rickety-Rackety" anticipa lo stile ballabile che arriverà con l'album successivo alla maturità, mentre il sample più irrevente è quello sfacciatamente porno di "Food Clothes Medicine", il brano col beat più duro e minaccioso.
L'Ep è venduto inizialmente con un libretto di 88 pagine, intitolato "The Living Human Curiosity Sideshow", che raccoglie tutti i testi oltre a fotografie e artwork inediti: imperdibile per gli appassionati.

None Shall Pass (2007) è per certi versi la naturale evoluzione del sound di Aesop Rock, ovvero un esercizio su come incastrare un rap sui tappeti musicali più variegati e spesso ballabili: "Keep Off The Lawn" è rap, metal e funk; funk e prog-rock si fondono in "Catacomb Kids"; il jazz caraibico arriva a rubare la scena in "Bring Back Pluto"; spunta il jazz/rock in Fumes; ritorna il funk in "The Harbor Is Yours" e il pretesto per "No City" è una quiet-storm con dosi extra di jazz.
Tutta una serie di brani esaltano lo spirito ballabile, come già preannunciato da Bazooka Tooth: le voci all'elio dell'elegante house-hip-hop della title track; le cacofonie nascoste sullo sfondo di una "39 Thieves" guidata dal basso; la violenta e coinvolgente "Gun For The Whole Family" e il rock-rap di "Coffee" sono solo alcuni esempi. Blockhead si è dimostrato più imprevedibile come producer, mentre qua Aesop Rock fa quasi tutto da solo. Ne viene fuori un album mai così coeso, dove musica e rap vanno di pari passo, ma che ha perduto qualche grammo di stravaganza ed eccentricità rispetto al passato.

Il 2007 è anche l'anno in cui è pubblicata una composizione commissionata dalla Nike, All Day: Nike+ Original Run. Un esperimento sul formato lungo, con ampi momenti strumentali, che in 45 minuti di musica ininterrotta sembra fare il proverbiale passo più lungo della gamba. Dalla seconda parte del 2007 al 2011 Aesop Rock scompare quasi completamente dai radar, senza pubblicare album, Ep o altre cose a proprio nome, ma solo intervenendo qua e là in un panorama hip-hop che col tempo ne ha riconosciuto il ruolo di semidio dell'underground e di ibrido uomo-vocabolario. 
 
aesoprockinterna3Skelethon (2012) è un'affermazione di classe e un nuovo album da ricordare, anche se ormai chi lo conosce potrebbe essersi abituato a questo fuoriclasse. "Leisureforce" è un inizio fulminante, che mostra una sintesi sonora e stilistica costruita su un ritmo vorticoso pieno di filler di batteria e stratificazioni. "ZZZ Top" è contaminata da pop e rock, vortica sui ritmi come in una jam di virtuosi e viene ammaliata da quel flow sensazionale che lo ha sempre contraddistinto.
Melodie orientali in "Cycles To Gehenna" e cupe sensazioni di dramma in "Zero Dark Thirty", peraltro senza un attimo di respiro, sono altre dimostrazioni di superiorità rispetto a molti colleghi: nei ritmi elaborati, nelle contaminazioni pop e rock, nelle sintesi e nelle strutture cangianti Aesop Rock è un passo avanti a molti altri. Sentire che stravagante intreccio sonoro c'è in "Fryerstarter", se ancora non si è convinti. Se avete ancora entusiasmo per quel suo flusso di coscienza, eccolo che lo si vede tornare in un clima cosmico in "Ruby '81", che si ascolta col fiato sospeso e con l'attenzione del monologo finale di un film.
Al centro del disco, a fungere da spina dorsale, c'è la doppietta "Crows 1" e "Crows 2": un ritmo pestato, dolci melodie vocali femminili e fiati nostalgici e fumosi, poi una seconda parte di minaccioso rock manipolato dall'hip-hop. Il rapper riesce a proseguire l'idea di un Aesop Rock buono per i party in "Racing Stripes". Gli ultimi brani contengono forse meno cose di cui parlare, ma fino alla conclusiva "Gopher Guts" non c'è traccia di vere banalità.

Per ingannare l'attesa del nuovo album, nel 2014 pubblica The Blob, disponibile online gratuitamente. Si tratta, nelle parole dell'autore di "32 minutes of beats & sounds that have otherwise been orphaned by their hell-bound father. It is largely unmixed and occasionally offensive". Materiale per fan e completisti, che non ha la pretesa di essere nulla di più.

Il settimo album, The Impossible Kid (2016), arriva a ricordare a una scena di hip-hop alternativo ormai vicinissima al mainstream chi è stato uno dei fondatori. Negli anni in cui la critica adora Run The Jewels, queste nuove canzoni sembrano dover ricordare al mondo la centralità di Aesop Rock nella recente storia dell'hip-hop. 
È un album abbastanza accessibile, ormai molto lontano dalla complessità di Float e che tiene a freno il suo stile verboso e criptico, veicolando i testi con musiche meno avventurose che in passato. Non è comunque un album di 50 Cent: è caratterizzato dal solito ventaglio di variazioni stilistiche e da testi astratti e complessi. "Dorks", "Blood Sandwich" e "Water Tower" si aggiungono al suo già lungo canzoniere da antologia. Sostanzialmente, però, non c'è nulla di nuovo da segnalare. Ma davvero, come si può chiedere ancora qualcosa a questo logorroico e forbito primo della classe?

Nel 2019 ritorna con il progetto Malibu Ken, per ricordare a tutti che sarà anche meno presente, ma rimane pronto a fare a pezzi buona parte della scena contemporanea.

Un grande ritorno, quello di Aesop Rock solista con Spirit World Field Guide, dopo quattro anni da The Impossible Kid (2016) ma comunque preceduto da qualche esercizio minore in forma di colonne sonore. La forma scelta è quella di una guida a un mondo di sua creazione, che viene esplorato nelle 20 tracce aggiunte all'introduzione programmatica. Ian Bavitz non solo rappa da par suo, cioè al livello di chi dei pari forse non li ha, ma produce quasi tutto e guida con mano salda il progetto, addensando riferimenti psichedelici e sci-fi, cenni atmosferici e assaggi videoludici, jazz-rap e rock, persino metal, con la naturalezza di chi potrebbe modellare un brano hip-hop da qualsiasi materia prima musicale. Per gli appassionati, è semplicemente la conferma di un'ispirazione che sembrava aver intrapreso una naturale fase calante un lustro fa, ma che ha ormai cambiato gloriosamente tendenza. Nel mondo di fantasia qui descritto troviamo una rinvigorente pausa dal reale, una giostra sonora che suggerisce più che descrivere e in cui i testi, i sempre visionari e densi testi di Aesop Rock, spargono indizi per orientarsi quel tanto che basta per continuare a divertirsi. 

Garbology è la parola utilizzata in lingua inglese per indicare lo studio dei rifiuti, del modo in cui si creano e si gestiscono. Da novembre 2021 è anche il nome di un album collaborativo fra Ian “Aesop Rock” Bavitz e il produttore e amico Tony “Blockhead” Simon, col quale il primo ha scritto parte dei primi cinque album e alcuni dei singoli più celebrati e ricordati di quel periodo della carriera. Il motivo del termine usato come titolo è, ovviamente, un viaggio linguistico di quelli tipici del rapper originario di New York: durante la lavorazione lui stava elaborando il lutto di un caro amico, Kurt Hayashi, e rimettendo insieme pezzi della propria vita distrutta dalla perdita. Ma è di Aesop Rock che stiamo parlando, e inevitabilmente il titolo si presta anche a ulteriori interpretazioni, per esempio al parallelo con l’arte tipicamente hip-hop di riciclare vecchi materiali sonori per dare loro nuova vita. Più in generale, “Garbology” è diviso fra il suo tornare al passato e la necessità di costruire, attraverso questa rievocazione, il presupposto del futuro.

I 14 brani sono densi di rime surreali e giochi di parole affilatissimi, sovente sviluppati in contesti lugubri, tanto che il tono medio dell’album è riflessivo e amaro. I due titolari hanno così tanta padronanza dei propri mezzi che possono rinunciare a grandi colpi di scena, così i 51 minuti scorrono senza particolari sussulti, organizzati in una scaletta costantemente in volo ad alta quota. Certo, la chiusura affidata a “Abandoned Malls”, dedicata all’amico morto, basta a stendere (quasi) tutta la concorrenza: un meccanismo perfetto di tensione e distensione, nostalgia e disperazione, che si accoda a tanto altro materiale che i due hanno già regalato alla storia del genere.

Da questo ritorno al passato Aesop Rock cerca una propria via d’uscita dalla disperazione e dalla crisi, una scienza che lo aiuti a raccogliere i frammenti della vita per ricomporli in forme nuove ma anche familiari. Un po' come il resto dell'umanità nel 2021.

La via d'uscita è ricercata e, in parte, percorsa anche sul successivo Integrated Tech Solutions (2023), un lasco, fin troppo, concept album che racconta di un’impresa tentacolare che promette di migliorare la vita dei suoi clienti e del mondo intero attraverso una serie di innovazioni tecnologiche tanto roboanti quanto inconsistenti e pericolose.

Lo slang del business più insidioso e consumista, con i suoi valori e principi, s'infiltra qua e là in una serie di racconti tra il satirico e il riflessivo che delineano l’album più spiccatamente narrativo della carriera, quello in cui l’estro linguistico del rapper è messo al servizio di una serie di brani che appaiono accessibili pur conservando una dose di creatività. Il concept si smarrisce un po' lungo “Insane Tech Solutions” ma l’album, anche grazie alle produzioni tra vintage e futuristico, si configura come una approfondita esplorazione di sé e del contemporaneo, nonché un nuovo capitolo di una fase matura della carriera che, superati gli istrionismi dei primi quattro album, è sempre più a suo agio con narrazioni ampie e multiformi. Ancora una volta, lontano da ogni trend.



Aesop Rock

Discografia

Music For Earthworms(self-released, 1997)
Appleseed(self-released, 1999)
Float (Mush Records, 2000)
Labor Days (Definitive Jux, 2001)
Daylight (Ep, Definitive Jux, 2002)
Bazooka Tooth(Definitive Jux, 2003)
Fast Cars, Danger, Fire and Knives(Ep, Definitive Jux, 2005)
All Day: Nike+ Original Run(mix, Nike Sports Music, 2007)
None Shall Pass(Definitive Jux, 2007)
Skelethon (Rhymesayers Entertainment, 2012)
The Blob(Rhymesayers Entertainment, 2014)
The Impossible Kid (Rhymesayers Entertainment, 2016)
Malibu Ken (insieme a Tobacco, Rhymesayers, 2019)
Spirit World Field Guide(Rhymesayers, 2020)
Garbology (insieme a Blockhead, Rhymesayers, 2021)
Integrated Tech Solutions (Rhymesayers, 2023)
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