And I will remember your name and face
On the day you are judged by The Funhouse cast
And I will rejoice in your fall from grace
With a cane to the sky, like, "None shall pass."
None shall pass, none shall pass
(da "None Shall Pass")

Le voci retrò di "Wake Up Call" e i synth acquatici sci-fi di "89.9FM Night Train Promo" coesistono con la fanfara misteriosa di "Shere Kahn", piccolo capolavoro arabeggiante. Una varietà stilistica travolgente, che si arricchisce anche dei fiati comici di "Coordinates" e della marcia militare di "Troubled Waters", con degli archi malinconici. In futuro i brani si mostreranno ancora più sofisticati e stratificati, arrangiati come piccoli puzzle sonori senza restrizioni di generi, ma già questo esordio non ufficiale basta a rendere interessante questa declinazione obliqua dell'hip-hop.
I testi sono già un trip fonetico e culturale con pochi rivali. Nella sola "Abandon All Hope" cita il personaggio di "Transformers" Megatron, gli Wookie di "Star Wars", la Stella Polare, Boo Radley de "Il buio oltre la siepe", il Colonnello Kurtz di "Cuore di tenebra", "Il mago di Oz" e nel titolo richiama persino la Commedia del nostro Dante. Non è solo una questione di riferimenti accattivanti e variegati, ma soprattutto di lessico: uno dei più vasti mai arrivati su un disco hip-hop, capace di mettere a dura prova il vocabolario di chi non è madrelingua. Questa incredibile ricchezza lessicale è ancora più impressionante quando la si confronta con molti dei nomi più importanti e celebrati della musica hip-hop, come ha fatto il sito Poly-Graph.co. Nel grafico risultante dall'analisi, Aesop Rock è letteralmente fuori scala, capace di far impallidire persino Roots, Wu Tang Clan e CunninLynguists in quanto a numero di parole differenti utilizzate nei propri testi. Praticamente, la complessità lessicale dei suoi testi crea una categoria a parte, dove non sembra avere nessun rivale (anche se noi in Italia abbiamo gli Uochi Toki).
In "Odessa" una chitarra mesta si affianca a un flauto ancestrale. Si tratta di cattedrali di campionamenti, di contaminazioni, di fusioni che hanno pochi rivali. L'elemento più trascurabile è il beat, poiché i brani ruotano attorno a questi strati di musiche e di stralci vocali. Assieme a questo "flusso" si muove quello dei testi, mutanti e sempre sul punto di diventare disorientanti.
Dal manifesto "Float" alla psichedelia onirica per chitarra elettrica di "Commencement At The Obedience Academy", dal jazz con violino di "Big Bang" ai bassi penetranti di "Garbage", con altri archi. E così, senza cedimenti, ancora, il blues-hip-hop à-la Beck di "I’ll Be Ok", l'intermezzo pensoso e orchestrato di "Basic Cable", la tromba ubriaca di "Fascination", l'allucinazione etno-jazz orchestrale del capolavoro "Oxygen", il reggae-rock della notevole "Skip Town", le voci robotiche di "6B Panorama", la suspense di grande atmosfera di "Spare A Match" e la maestosa marcia di "Attention Span".
La fantasia che l'opera sprizza è impressionante, senza contare che ogni episodio trova una sua dimensione e sviluppa adeguatamente un paesaggio sonoro preciso. La splendida "How To Be A Carpenter", fiati da suspense inclusi nel prezzo, e l'allucinazione di "No Splash" portano a un altro momento da incorniciare, "Drawbridge": suspense cupa, orchestrazioni variegate, rapping tagliente e clima da apocalisse. Chiude "The Mayor And The Crook", indian-etno-rap che è degna conclusione di un album eccezionale.

Il complesso arrangiamento di fiati di "Bent Life" e il travolgente carillon drogato di bassi di "9-5 Anthem" completano idealmente i momenti maggiori di un album meno spaventosamente alieno rispetto a Float, ma che ancora suona come diverso da quanto proposto dal resto della scena. Questa volta è più facile ricondurre le tracce a vere e proprie canzoni hip-hop, per quanto atipiche e infuse di carisma.
L'album è segnato da ritmi che abbondano maggiormente di bassi possenti, di un feeling ballabile, come ben fotografa "Limelighters", doppiata da "Babies With Guns", il quasi-grime di "Mars Attack" e "Super Fluke", gioiello che è ormai altro dall'hip-hop, vicino all'astrazione che sarà del dubstep. Discorso solo in parte collegato è "11:35", ballabile con cantante d'opera sullo sfondo e un fluido flow che armoniosamente si cosparge sul beat. Anche quando si torna al funk, lo si fa in modo sbilenco come in "Cook It Up", in un'estasi canora, di voci e di intrecci, che arriva ai limiti del caos nel finale.
Aesop Rock si sta spingendo lentamente verso uno stile più ballabile, senza per questo perdere molto in termini di carisma. D'altronde non avrebbe potuto ripetere mai l'effetto sorpresa di Float rimanendo su territori che, pur essendo vasti, rischiava di visitare per la seconda volta.
L'Ep è venduto inizialmente con un libretto di 88 pagine, intitolato "The Living Human Curiosity Sideshow", che raccoglie tutti i testi oltre a fotografie e artwork inediti: imperdibile per gli appassionati.
Tutta una serie di brani esaltano lo spirito ballabile, come già preannunciato da Bazooka Tooth: le voci all'elio dell'elegante house-hip-hop della title track; le cacofonie nascoste sullo sfondo di una "39 Thieves" guidata dal basso; la violenta e coinvolgente "Gun For The Whole Family" e il rock-rap di "Coffee" sono solo alcuni esempi. Blockhead si è dimostrato più imprevedibile come producer, mentre qua Aesop Rock fa quasi tutto da solo. Ne viene fuori un album mai così coeso, dove musica e rap vanno di pari passo, ma che ha perduto qualche grammo di stravaganza ed eccentricità rispetto al passato.
Il 2007 è anche l'anno in cui è pubblicata una composizione commissionata dalla Nike, All Day: Nike+ Original Run. Un esperimento sul formato lungo, con ampi momenti strumentali, che in 45 minuti di musica ininterrotta sembra fare il proverbiale passo più lungo della gamba. Dalla seconda parte del 2007 al 2011 Aesop Rock scompare quasi completamente dai radar, senza pubblicare album, Ep o altre cose a proprio nome, ma solo intervenendo qua e là in un panorama hip-hop che col tempo ne ha riconosciuto il ruolo di semidio dell'underground e di ibrido uomo-vocabolario.

Melodie orientali in "Cycles To Gehenna" e cupe sensazioni di dramma in "Zero Dark Thirty", peraltro senza un attimo di respiro, sono altre dimostrazioni di superiorità rispetto a molti colleghi: nei ritmi elaborati, nelle contaminazioni pop e rock, nelle sintesi e nelle strutture cangianti Aesop Rock è un passo avanti a molti altri. Sentire che stravagante intreccio sonoro c'è in "Fryerstarter", se ancora non si è convinti. Se avete ancora entusiasmo per quel suo flusso di coscienza, eccolo che lo si vede tornare in un clima cosmico in "Ruby '81", che si ascolta col fiato sospeso e con l'attenzione del monologo finale di un film.
Al centro del disco, a fungere da spina dorsale, c'è la doppietta "Crows 1" e "Crows 2": un ritmo pestato, dolci melodie vocali femminili e fiati nostalgici e fumosi, poi una seconda parte di minaccioso rock manipolato dall'hip-hop. Il rapper riesce a proseguire l'idea di un Aesop Rock buono per i party in "Racing Stripes". Gli ultimi brani contengono forse meno cose di cui parlare, ma fino alla conclusiva "Gopher Guts" non c'è traccia di vere banalità.
Per ingannare l'attesa del nuovo album, nel 2014 pubblica The Blob, disponibile online gratuitamente. Si tratta, nelle parole dell'autore di "32 minutes of beats & sounds that have otherwise been orphaned by their hell-bound father. It is largely unmixed and occasionally offensive". Materiale per fan e completisti, che non ha la pretesa di essere nulla di più.
È un album abbastanza accessibile, ormai molto lontano dalla complessità di Float e che tiene a freno il suo stile verboso e criptico, veicolando i testi con musiche meno avventurose che in passato. Non è comunque un album di 50 Cent: è caratterizzato dal solito ventaglio di variazioni stilistiche e da testi astratti e complessi. "Dorks", "Blood Sandwich" e "Water Tower" si aggiungono al suo già lungo canzoniere da antologia. Sostanzialmente, però, non c'è nulla di nuovo da segnalare. Ma davvero, come si può chiedere ancora qualcosa a questo logorroico e forbito primo della classe?
Nel 2019 ritorna con il progetto Malibu Ken, per ricordare a tutti che sarà anche meno presente, ma rimane pronto a fare a pezzi buona parte della scena contemporanea.
Un grande ritorno, quello di Aesop Rock solista con Spirit World Field Guide, dopo quattro anni da The Impossible Kid (2016) ma comunque preceduto da qualche esercizio minore in forma di colonne sonore. La forma scelta è quella di una guida a un mondo di sua creazione, che viene esplorato nelle 20 tracce aggiunte all'introduzione programmatica. Ian Bavitz non solo rappa da par suo, cioè al livello di chi dei pari forse non li ha, ma produce quasi tutto e guida con mano salda il progetto, addensando riferimenti psichedelici e sci-fi, cenni atmosferici e assaggi videoludici, jazz-rap e rock, persino metal, con la naturalezza di chi potrebbe modellare un brano hip-hop da qualsiasi materia prima musicale. Per gli appassionati, è semplicemente la conferma di un'ispirazione che sembrava aver intrapreso una naturale fase calante un lustro fa, ma che ha ormai cambiato gloriosamente tendenza. Nel mondo di fantasia qui descritto troviamo una rinvigorente pausa dal reale, una giostra sonora che suggerisce più che descrivere e in cui i testi, i sempre visionari e densi testi di Aesop Rock, spargono indizi per orientarsi quel tanto che basta per continuare a divertirsi.
Garbology è la parola utilizzata in lingua inglese per indicare lo studio dei rifiuti, del modo in cui si creano e si gestiscono. Da novembre 2021 è anche il nome di un album collaborativo fra Ian “Aesop Rock” Bavitz e il produttore e amico Tony “Blockhead” Simon, col quale il primo ha scritto parte dei primi cinque album e alcuni dei singoli più celebrati e ricordati di quel periodo della carriera. Il motivo del termine usato come titolo è, ovviamente, un viaggio linguistico di quelli tipici del rapper originario di New York: durante la lavorazione lui stava elaborando il lutto di un caro amico, Kurt Hayashi, e rimettendo insieme pezzi della propria vita distrutta dalla perdita. Ma è di Aesop Rock che stiamo parlando, e inevitabilmente il titolo si presta anche a ulteriori interpretazioni, per esempio al parallelo con l’arte tipicamente hip-hop di riciclare vecchi materiali sonori per dare loro nuova vita. Più in generale, “Garbology” è diviso fra il suo tornare al passato e la necessità di costruire, attraverso questa rievocazione, il presupposto del futuro.
I 14 brani sono densi di rime surreali e giochi di parole affilatissimi, sovente sviluppati in contesti lugubri, tanto che il tono medio dell’album è riflessivo e amaro. I due titolari hanno così tanta padronanza dei propri mezzi che possono rinunciare a grandi colpi di scena, così i 51 minuti scorrono senza particolari sussulti, organizzati in una scaletta costantemente in volo ad alta quota. Certo, la chiusura affidata a “Abandoned Malls”, dedicata all’amico morto, basta a stendere (quasi) tutta la concorrenza: un meccanismo perfetto di tensione e distensione, nostalgia e disperazione, che si accoda a tanto altro materiale che i due hanno già regalato alla storia del genere.
Da questo ritorno al passato Aesop Rock cerca una propria via d’uscita dalla disperazione e dalla crisi, una scienza che lo aiuti a raccogliere i frammenti della vita per ricomporli in forme nuove ma anche familiari. Un po' come il resto dell'umanità nel 2021.