Yo, could you do me a favor? Could you go to the Black Hole Superette, please?
And can you grab me any, anything that has a warning label on it that says something bad's gonna happen to you from the product
Can you bring me one of those?
L’ultimo album di Aesop Rock, “Black Hole Superette”, esplora i confini tra sogno e realtà, vissuto e fantasticato. A ben ascoltare, l’uso di suoni ottantiani e novantiani nelle produzioni porta l’ascoltatore a indagare anche il confine tra presente e passato, in una spirale di riferimenti che nelle produzioni rimanda ai videogame delle sale giochi, nonché ad altri album della carriera. Non esiste una chiara linea di demarcazione tra ricordo, sogno e percepito, perché Aesop Rock ci conduce nel suo tipico labirinto sintattico, dove tutto diventa un racconto, anzi 18 racconti diversi per 68 minuti totali.
I numerosi collaboratori (Lupe Fiasco, Armand Hammer, Hanni El Khatib, Open Mike Eagle e Homeboy Sandman) sono comunque dei comprimari in "Black Hole Superette", perché Aesop Rock vi ha infuso il suo stile nelle produzioni e nelle rime. Come già notato nel precedente "Integrated Tech Solutions" (2023), è un mirabile equilibrio tra complessità e divertimento, tra cervello e corpo, quello che rende questa porzione di carriera particolarmente versatile. Questa volta un supermercato, o meglio una superette, è il contesto in cui ambientare storie al solito creative, che raccontano di un’umanità in crisi, vittima di un sistema in declino irrimediabile.
È un viaggio che affonda nella melma di un capitalismo terminale, ma secondo una logica molto diversa dal "Golliwog" di Billy Woods o dalla fantasia cyber dei Clipping. Più colorato e più surreale, è un trionfo di storytelling creativo.
Dal pavimento che sprofonda e dai muri che sanguinano dell’iniziale "Secret Knock", passando per il sole che ammiccherebbe da un momento all’altro al paranoico protagonista di "Checkers" si arriva al proprio bastardino che è cinque cani in uno, descritto in "Movie Night", un brano divertente che nasconde un altro numero da dizionario vivente. Altrove il rap diventa pura narrazione onirica, come in "So Be It", o una specie di vignetta kafkiana nel caso di "Send Help”, se non una storia surreale di un artista, un generico "John Something”, che si rivela un appassionato di pugilato d’epoca.
D’altronde Aesop Rock può rappare di tutto, trovando traiettorie narrative e linguaggio sempre diversi: osserva la magia della natura in "Bird School", sulla migrazione del rondone codaspinosa di Vaux, e s’inventa una storiella weird esilarante in "Snail Zero”, sulla moltiplicazione fuori controllo di… una lumaca.
La giostra di riferimenti culturali, più o meno pop, e musicali, dal boom bap al jazz-rap passando da nostalgie vapor e rimandi synthwave ma anche ammicchi al cinema sci-fi, è uno spettacolo nello spettacolo.
“Black Hole Superette” è un altro album di alto livello per Aesop Rock, che non stupirà chi già lo conosce ma che si può aggiungere ai migliori episodi di una carriera che ha superato il quarto di secolo. Dimostra, anzi conferma, che con l’hip-hop si può andare ben oltre i cliché e raccontare persino di Elizabeth, il piccolo criceto che ha segnato l’infanzia del rapper, protagonista della conclusiva “Unbelievable Shenanigans”. Di album e di rapper così c’è sempre un disperato bisogno.
19/06/2025