Burzum per me è morto ed era così anche prima di quest’album. Ho cose migliori da fare: piantare alberi, seminare i semi in un terreno che l'agricoltura moderna ha trasformato in quasi un deserto, aiutare a ripristinare la foresta che un tempo copriva il nostro continente da est a ovest, da nord a sud, il nostro habitat naturale
Queste le parole di Varg Vikernes in una recente intervista che anticipava l’uscita del suo ultimo album. Di certo non facevano ben sperare sulla bontà di questa nuova pubblicazione, e invece il controverso artista norvegese ha di nuovo spiazzato tutti. Sgombriamo subito il campo da ogni fraintendimento: “Thulêan Mysteries” non è un lavoro omogeneo e lineare ma piuttosto appare, sin da un primo ascolto, per ciò che è, ovvero una raccolta della musica composta da Vikernes in questi ultimi anni, una sorta di diario fatto di frammenti, bozze sonore, suggestioni e financo libere reinterpretazioni dei suoi lavori più ambient.
Burzum ha dichiarato che l’album è pensato e realizzato come una colonna sonora del suo gioco di ruolo da tavolo Myfarog (Mythic Fantasy Role-playing Game) ma può essere anche apprezzato come un sincero tributo a Thulê (intesa come visione mitica e remota delle terre del Nord situate oltre i confini del mondo conosciuto), a Madre Natura e alla vita stessa. In realtà, molti brani erano già apparsi online, alcuni come sfondo di video realizzati per il suo canale You Tube, ThuleanPerspective, recentemente chiuso perché i suoi contenuti non erano in linea con le regole dettate dell’azienda americana.
“Thulêan Mysteries” comprende ben 23 tracce ed esce sia in formato doppio cd, sia in duplice vinile. Il lavoro mostra le potenzialità di un sound che ha ispirato moltissimi artisti, contribuendo a consolidare quel genere sotterraneo e di nicchia chiamato dungeon synth. Questo 2020 ha visto un ritorno di certe sonorità minimali, oscure e isolazioniste che sembrano unire suggestioni fantasy, elettronica ispirata alla Berlin School e atmosfere black metal. Basti pensare all’ultima uscita di Mortiis, “Spirit Of Rebellion”, un salvifico ritorno ai tempi di “Ånden Som Gjorde Opprør” e agli anni Novanta nelle fredde terre scandinave. Al contempo, alcune tracce di “Thulêan Mysteries”, come ad esempio “Heill auk Sæll” e “The Great Sleep”, si avvicinano stilisticamente a un pagan ritual folk alla Wardruna, seppur qui declinato in forme scarne e minimali e con tutt’altra visione del paganesimo norreno.
Un brano d’ispirazione fantasy come “The Ruins Of Dwarfmount” ci trasporta indietro ai tempi di Dauði Baldrs. Invece, quando Varg abbraccia la chitarra elettrica, come avviene in “The Lord Of The Dwarves” e “The Road To Hell”, sembra rievocare antichi fantasmi proto-depressive black metal ma declinati in chiave drone-ambient.
In generale, si continua con le ambientazioni medievaleggianti dei precedenti album “Sôl Austan, Mâni Vestan” e “The Ways Of Yore”. Chi ha apprezzato questi ultimi due sicuramente non rimarrà deluso da “Thulêan Mysteries”.
Varg Vikernes ormai è lontanissimo dal mondo della musica metal e soddisfatto della sua nuova vita. Forse è anche stanco di sterili polemiche che lui stesso aveva alimentato con spirito iconoclasta e provocatorio. In ogni caso, l’artista norvegese è ancora capace di creare brani d’ipnotica bellezza cristallina, una musica al di là del bene e del male, perché sembra dar voce a cose ben più profonde dell’umano, legate alla terra, al mito e alle forze primordiali della natura.
La musica di Burzum ci trasporta sempre al di là delle futili preoccupazioni di un mondo moderno che, nel frattempo, sembra scivolare lentamente ma inesorabilmente verso il disastro (e non saranno certo gli scontri su internet o i commenti sui social a salvarlo). Nel frattempo, Varg vorrebbe apparire sempre di più come un personaggio di un libro dello scrittore norvegese Knut Hamsun.
Non sappiamo se la saga di Burzum sia realmente giunta al capolinea, quel che è certo è che “Thulêan Mysteries” apre uno squarcio su quello che avrebbe potuto essere ancora e che forse non sarà mai più.
17/03/2020