Sul palco, accanto a Jaimie, ci sono Lester St. Louis al violoncello, Jason Ajemian al contrabbasso e l'irresistibile Chad Taylor alla batteria. L'acclamato "Fly Or Die II" viene spezzato in due corpose sezioni, fra le quali il quartetto inserisce parte del materiale ripreso dal capitolo precedente. Sfilano, ulteriormente amplificate dall'energica trasposizione live, l'invettiva anti-Trump che si trasmuta in danza mariachi "Prayer For Amerikkka", i due inni dell'esordio "Theme 001" e "Theme 002", la festa tropicalista di "Simple Silver Surfer", la coloratissima esplosione sonora "Nuevo Roquero Estéreo".
Si alternano folli improvvisazioni free-form, richiami ancestrali, derive avanguardistiche e deliri zappiani. Dopo la suadente ballad "Love Song", a chiudere questi prodigiosi e infuocati novanta minuti provvede il contagioso party senza fine "Theme Nothing".
La tromba è il suo strumento, ma la chiave di volta nel percorso della Branch, la scelta che le ha consentito di guadagnare ulteriore autorevolezza è stata quella di aggiungere alle proprie composizioni i testi, declamandoli personalmente, rendendo in tal modo il proprio messaggio ancor più diretto ed efficace. Moderne "protest song" che, rafforzate da un talento prodigioso, confermano l'eccellente stato di salute della scena jazz contemporanea, più o meno avanguardistica. Una nuova stagione dell'oro, validamente supportata da etichette specializzate che continuano a svolgere un preziosissimo lavoro di scoperta e diffusione del verbo. La International Anthem si conferma una di quelle in grado di garantire una vera e propria certificazione di qualità.
(13/08/2021)