Kælan Mikla - Undir Köldum Norðurljósum

2021 (Artoffact)
darkwave

Le islandesi Kælan Mikla continuano a smussare delicatamente il loro sound, rendendolo meno aspro album dopo album. Era già accaduto con il precedente "Nótt Eftir Nótt" (dove le reminiscenze synth-punk degli esordi cominciavano a diradarsi), succede oggi con questo "Undir Köldum Norðurljósum", un disco che si piega definitivamente alle sonorità darkwave più algide e primigenie.

Queste tre ragazze hanno trovato una dimensione ideale: ormai la loro proposta è totalmente proiettata nel cuore di un'Islanda magica, come testimoniato dal primo singolo "Sólstöður", una danza ammaliante definita dal trio "un'ode alla notte più buia dell'anno, quando le streghe evocano gli spiriti invernali nella vastità gelata dei paesaggi islandesi".
In effetti, le atmosfere presenti nel pezzo lasciano davvero immaginare un mondo battuto dal vento e sepolto dal ghiaccio, in cui si balla celebrando l'oscurità più ancestrale. Questi importanti retaggi di matrice pagano-folkloristica riescono a trasmettere delle sensazioni diametralmente opposte all'approccio più terreno e incendiario di molte band appartenenti alla tanto celebrata scena black metal islandese. Ma parliamo di due facce della stessa medaglia.

Nelle Kælan Mikla di "Undir Köldum Norðurljósum" (ovvero "sotto la fredda aurora boreale") le vocals risultano nettamente migliorate rispetto al passato, così come la produzione, qui capace di mettere in risalto il gelido incedere dei sintetizzatori. Loro sono gli indiscussi protagonisti del lavoro, tranne quando viene lasciato correre il basso, la cui essenza emerge soprattutto nelle composizioni più votate a un approccio post-punk ("Örlögin" oppure "Ósýnileg", quest'ultima davvero notevole).
Nella seconda parte del disco spiccano invece i sette minuti di "Sírenur" (una lunga litania pregna di profonde suggestioni nordiche), mentre con la successiva "Stormurinn" c'è anche spazio per qualcosa di più poetico e delicato, perché le Kælan Mikla all'occorrenza sanno essere dolci ed eteree. Una prerogativa che si ripete puntualmente nella pregevole collaborazione con gli Alcest ("Hvítir Sandar"), un brano onirico in cui si abbracciano due anime sognanti, per un crescendo emozionale dai tumultuosi bagliori shoegaze. Chiude il cerchio la folkeggiante "Saman", forse il passaggio più intimo mai scritto dalle tre musiciste in questi primi otto anni di carriera.

Se dunque "Undir Köldum Norðurljósum" si rivela nella sua interezza un disco puro, candido e soffice come la neve, è il silente tormento presente nelle singole tracce a fare davvero la differenza, una cosmogonia in cui acqua, aria, terra e fuoco danzano tenendosi per mano, muovendo i fili della natura primordiale.

19/10/2021

Tracklist

  1. Svört Augu
  2. Sólstöður
  3. Örlögin
  4. Halastjarnan
  5. Ósýnileg
  6. Sírenur
  7. Stormurinn
  8. Óskasteinar
  9. Hvítir Sandar (feat. Alcest)
  10. Saman


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