Gli Alcest nascono nel 2001 come progetto parallelo della band Peste Noire: erano in origine un trio, cui Neige (Stéphane Paut) prestava voce e percussioni. La loro prima opera è il demo Tristesse Hivernale, contenente quattro ingenue canzoni speed/black metal con un irritante cantanto growl registrato in bassissima fedeltà (l'opera, originariamente prodotta solo in cassetta, verrà ripubblicata nel 2007 in uno split con gli Angmar).
Il progetto viene accantonato subito, e solo nel 2005 Neige riesumerà il moniker Alcest che di lì in poi sarà, di fatto, la sua one man band.
Le Secret è dunque un nuovo inizio: composto da due sole lunghissime canzoni, l'Ep si caratterizza per i continui cambi di atmosfera. Le esplosioni metalliche più tradizionali si alternano sempre a momenti di raccoglimento arpeggiati (notevole la costruzione circolare della title track, che si apre e si chiude con lo stesso arpeggio accompagnato da cinguettii di sottofondo).
Sebbene alcuni momenti potessero essere senz'altro limati, Neige dimostra di aver imparato bene la lezione di "Loveless" quando crea ripetitivi e ipnotici muri di distorsioni.
Il 2007 vede la pubblicazione di Souvenirs d'un Autre Monde, con cui Alcest regala finalmente non più piccoli squarci, ma un'intera collezione di istantanee del suo mondo carico di spleen, rinunciando del tutto ai residui estremi, per dedicarsi esclusivamente a una forma rivitalizzante di shoegaze magico e naif, di devastante potenza emotiva. Strati su strati di chitarre accolgono l'ascoltatore con una intro maestosa e articolata, poi un breve intervallo acustico, vociare di bambini, ed ecco che "Printemps Emeraude" esplode in un accecante trionfo di colori, in una melodia strappacuore, in un muro di suono che vola ad altezze irraggiungibili.
Canzoni lunghe, passo tranquillo e sicuro, Neige sa prendersi tutto il tempo necessario per permettere ai suoi affreschi di colpire con tutto il loro potere evocativo. La title track si apre con un rassicurante arpeggio acustico, per poi premere di nuovo sul pedale del distorsore e scodellare un'altra indimenticabile melodia e un altro muro di chitarre infuocate di passione. "Les Iris" rallenta ulteriormente il passo, l'umore si fa meno sorridente e più meditativo, le chitarre sembrano tremare di ricordi infelici. Eppure il canto di Neige resta leggero come una piuma anche quando, nel finale, si ritrova immerso in arrangiamenti spaziali e tumultuosi.
A dominare, infatti, è pur sempre la dolcezza, che pervade tanto gli scenari assolati e bucolici, sebbene intrisi di infinita maliconia, di "Ciel Errant", quanto il romanticismo disperato della straordinaria "Sur l'autre rive je t'attendrai", dove la voce femminile (di Audrey Sylvain) dona ulteriore purezza alle ariose melodie dipinte da Neige.
"Tir nan Og" chiude l'opera in toni giocosi da "sera del dì di festa", almeno finché una pensosa parentesi acustica incupisce leggermente l'atmosfera. Ma il finale riprende il volo leggerissimo che conduce, in dissolvenza, verso l'uscita dal sogno ovattato a cui Neige ha dato vita.
Due nuovi magnifici brani, contenuti nell'Ep Split con Les Discrets, mostrano interessanti appendici alle trame sognanti del debutto (e "Percées De Lumière" torna a innestare in primo piano un feroce screaming).
Guidato dai raggi lunari, da brezze e maree notturne, il secondo album prende le distanze da "Souvenirs D'un Autre Monde": il tono si è fatto nettamente più adulto, e amaro. Écailles De Lune è un'opera raccolta attorno all'imponente title track, che, divisa in due parti, occupa i primi venti tumultuosi minuti dell'album.
Si avverte subito lo slittamento dai toni fiabeschi e incantati del debutto verso una ben più concreta frustrazione, la malinconia di Alcest si fa sanguigna e viscerale. Non perde tempo e grida subito al cielo buio il primo memorabile, disperato riff. Il cammino melodico prosegue intenso tra pause, divagazioni, ripartenze, con l'ennesimo devastante riff a chiudere la prima parte e il furibondo inizio della seconda parte (torna anche il canto in screaming) a costituire i momenti più trascinanti. Così come nella straordinaria "Percées De Lumière", già edita come singolo nello split con Les Discrets, che irrompe col suo pulsante incedere tra indie-wave metropolitana e lancinante furia black, come da lezione dei favolosi e compianti Amesoeurs, la band che parallelamente ad Alcest ha reso il mastermind Neige uno dei nomi più in vista nelle moderne evoluzioni metal.
Passata la prima metà, l'album sembra però perdere la sua spinta propulsiva. Scorrono così le incolori armonie pop in slow motion di "Solar Song" e il disco si spegne nella cullante "Sur L'océan coleur de fer", ottima musica ma incapace di recuperare la consueta, genuina magia e andare oltre l'esercizio di stile.
Un album dilaniato tra contemplazione e passioni furiose e insoddisfatte, un album di contrasti violenti e inconcludenti. Il piccolo Neige è diventato grande, guarda la luna, il mare e desidera ancora una volta elevarsi verso un altro mondo ma ormai il tempo dei sogni è passato. Restano solo la nostalgia e il desiderio.
Écailles De Lune non rinnova i fasti di Alcest, ma ne mostra il lato più umano.
Chi si aspettava qualche innovazione da parte di Neige non può che rimanere insoddisfatto dall'ascolto di Les Voyages De L'Âme, terzo full length nel quale il polistrumentista francese non fa altro che continuare la tessitura di trame sognanti iniziata nel 2005. Vi si ritrova la stessa epica malinconia, creata grazie a distorsioni stratificate, e le variazioni sul tema principale sono quasi sempre affidate alla batteria di Winterhalter. L'aggressività e lo screaming di "Là Où Naissent Les Couleurs Nouvelles" e "Faiseurs De Mondes" sono gli ultimi retaggi delle radici metal, di cui quest'opera sembra segnare il progressivo abbandono in favore delle melodie eteree e meditabonde.
Canzoni come "Nous Sommes L'Emeraude" o la stessa title track sono quasi dream-pop mascherato con distorsioni, melodie semplici e melliflue vicine agli Slowdive la cui bellezza sta tutta negli strati sonori sovraincisi uno sull'altro.
Pur avaro di novità, Les Voyages De L'Âme è un buon album che conferma definitivamente Alcest quale uno dei più affascinanti esponenti di shoegaze contemporaneo.
Tristesse Hivernale (Drakkar, 2001) | 4 | |
Le Secret (Drakkar, 2005) | 6 | |
Souvenirs d'un Autre Monde (Prophecy, 2007) | 8 | |
Split Ep (Prophecy, 2009) | 7,5 | |
Écailles De Lune (Prophecy, 2010) | 7 | |
Les Voyages De L'Âme (Prophecy, 2012) | 7 | |
Shelter (Prophecy, 2014) | 6 | |
Kodama(Prophecy, 2016) | 7 | |
Spiritual Instict (Nuclear Blast, 2019) | 8 | |
Les Chants De L'Aurore (Nuclear Blast, 2024) | 7 |
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