Proseguendo il sentiero intrapreso dal precedente “
Les Voyage De L’Âme”,
Neige ha ormai completato la trasformazione sonora che aveva intrapreso; allontanandosi sempre di più dalle sue radici black metal e “purificandole” dentro una nuova forma eterea, astratta dai toni più vicini a uno
shoegaze solare. L’artista francese (già membro di
Amesoeurs e Peste Noire) tesse trame oniriche in maniera sempre più stratificata, portandoci a un senso di vuoto, di
vacuum emotivo che raschia via le ultime pelli morte di malinconia ed epica aggressività che caratterizzavano il suo disco precedente.
Un sole visto a occhi spalancati, durante una danza meditativa o un momento di tragico raccoglimento, “Shelter” è un rifugio dalle ombre e dalle forme complesse, una pianura verdissima che confina con un cielo altrettanto puro e imperfetto. Qui l’ascoltatore può trovare un piacere nell’immobilità o trarne la sua decadenza. Una decadenza ambigua, che si delinea al cospetto di una luce fredda e perfetta, naturale creatura della produzione di Birgir Jón Birgisson, produttore dei
Sigur Ròs, che lascia spazio a un’atmosfera acustica e veramente intimista nella candida “Away” in cui troviamo la voce di Neil Halstead degli
Slowdive. È questo un momento di rara poesia che si infrange con una superficie forse troppo liscia e levigata, che non comunica niente al di fuori di un’immagine idilliaca di protezione ed equilibrio.
Il singolo “Opale” come le successive “La nuit marce avec moi” e “Voix sereines” sono cristalli perfetti di suono riverberato, in cui la luce segna traiettorie circolari velocissime e precise, tra uno shoegaze albeggiante e uno spettro metal, del tutto rarefatto, che costruiscono alti palazzi di vetro. Peccato che rimangano asettici giochi di maniera, come la title track o la lunga e conclusiva “Delivrance”, che mostrano una produzione e arrangiamenti splendidi nel senso più luminoso del termine, peccato che oltre quella luce non si riesca a cogliere un’umanità, una poesia toccante.
Forse è la perdita del lato più inquieto e cupo della musica di Neige ad averla privata del fascino che la circondava e della forza emotiva che riusciva a interpretare. Un “forse” che sembra ormai una certezza.
26/01/2014