Se il precedente (nonché ottimo) "Spiritual Instinct" (2019) aveva ristabilito un perfetto equilibrio tra il passato e il presente degli Alcest, questo nuovo "Les chants de l'aurore" non stravolge più di tanto una formula ormai collaudata, pur ampliandone la dimensione onirica e sognante (la copertina dell'album è tra le più belle dell'intera discografia).
L'apertura è affidata a "Komorebi", un termine nipponico che indica la luce del sole filtrata attraverso le foglie degli alberi. I sei minuti abbondanti del brano ci conducono attraverso un rilassante sentiero di luce, un'alba dorata perfetta per rigenerare lo spirito. Ma il meglio deve ancora arrivare: "L'envol" e la successiva "Améthyste" ci offrono un connubio perfetto tra dilatazioni post-metal e quelle scorie blackgaze tanto care al progetto, con la voce di Neige ancora capace di spaziare tra candide melodie e fugaci passaggi in screaming. Trattandosi delle due composizioni più lunghe del disco, c'è spazio per un crescendo a tratti drammatico, dal quale emerge la componente più sanguigna e viscerale degli Alcest targati 2024.
Girando lato del vinile, le fresche trame acustiche della valida "Flamme jumelle" (inevitabile il tuffo nel mare shoegaze) presto lasciano spazio alla delicata poesia strumentale di "Réminiscence", una sorta di anticamera per il brano più ambizioso del lavoro, "L'enfant de la lune" (introdotto in lingua giapponese, accompagnato da una viola da gamba e stratificato in maniera alquanto minuziosa). Il risultato è meno brillante del previsto, così come per la soffice appendice conclusiva (tutto sommato trascurabile) di "L'adieu".
Al di là di questa doppietta finale meno entusiasmante, "Les chants de l'aurore" si rivela un lavoro qualitativamente buono, specialmente se lo contestualizziamo all'interno di una carriera cominciata a piccoli passi all'inizio del nuovo secolo.
È il settimo album per gli Alcest, forse uno dei più struggenti, quanto basta per ribadire la bellezza incontaminata di un'entità musicale destinata a sprofondare nel cuore. Lentamente, come una piuma.
28/06/2024