Cassio - 19 luglio 1944

2022 (The Orchard & Fenix Music)
songwriter

Forse siamo due mozziconi in mare che non sanno più nuotare
(da “Sparo”)

Traguardi mai raggiunti, labirinti interiori che intrappolano il cuore e una tossicodipendenza tra le dita. E ancora: sensi di colpa, errori su errori, specchi rotti. Simone Brondi, in arte Cassio, ha l’anima in panne oltre che in fiamme.
Il suo esordio, “19 luglio 1944”, è il diario di bordo, tanto sgretolato quanto inafferrabile, di un cantastorie che sa prendersi sul serio e guardarsi nello specchio fino a sputarsi in "faccia". Cassio è lunatico: arpeggia in sosta e schizza via con un’elettronica ubriacante, dai beat cazzuti. E si spinge bene anche con l’autotune. Insomma, dipinge, crea trame inedite. Cassio si presenta come un cantautore amabilmente scassato. Uno di quelli che rifuggono da etichette. Un laterale, ecco.

 

Nel tran tran di questi nove passi obliqui, emerge compatta l’inquietudine di un trentaduenne annoiato: “Molto meglio se vomito un po'”, canta in “Sempre serio”, ballata disarticolata tra iniezioni glitch e passaggi malandati. Addirittura “Sparo” sembra un incrocio tra Four Tet e Mango cantato da un menestrello indie a caso. Una fantasticheria, quindi. Inutile dunque cercare paralleli, associazioni e vattelapesca. Cassio poi la racconta così: “Un testo rivolto a me da bambino, vestito come mi vestiva mamma negli anni 90: impeccabile fuori, disarmato dentro, che si fa pena da solo. Altre volte però mi rivolgo anche alla versione di me da grande, quella che sono oggi, ma sinceramente dentro non sono tanto diverso”.

Il musicista livornese è un caso a sé. Si sente fallito e del fallimento fa una conquista da spiattellare ai quattro venti per esorcizzare il dramma che ne consegue. “Vetro” poggia melodia e testo su tale stato d’animo.
Tra un passo rotto e l’altro, Cassio se la prende sempre con sé stesso e intona il rimpianto per tutto il tempo. “Sono un coglione”, “Avrei fatto schifo anche a me”: le parole di “Schifo” sono fuochi d’artificio inesplosi che ricadono a terra. La tossicodipendenza fa addirittura “ballare” in “Bene uguale”, altro centro di una confessione drammatica che muta in battito.

 

“Nell'album ogni riferimento a persone o situazioni è basato su fatti realmente accaduti”, ci tiene a sottolineare Cassio. Mentre il titolo corrisponde all’indirizzo della casa d'infanzia di Simone, dove sono state scritte tutte le canzoni. Sono particolari che amplificano l’identità di un album singolare, amabilmente coraggioso. E anche per questo da non perdere.

27/03/2023

Tracklist

  1. Nerodita
  2. Last one
  3. Sempre serio
  4. Sparo
  5. Vetro
  6. Schifo
  7. Bene uguale
  8. Italia
  9. Nonna