Sarà o meno una storia vera, la buona notizia è che gli Erasure sembrano aver ritrovato definitivamente almeno lo smalto, dopo aver trascorso gli ultimi tre decenni a cercarlo (da "I Say I Say I Say" del 1994) tra luci a intermittenza e promesse da marinaio; la cattiva, per chi magari si sarebbe aspettato dell'altro, è che "Day-Glo (Based On A True Story)" non contiene materiale propriamente inedito, dunque per coglierne appieno il senso artistico (o commerciale, che dir si voglia) va girato, rigirato e raschiato a fondo, operazione in cui il duo non ha certo giocato al risparmio durante il lockdown.
Non era facile creare qualcosa di stimolante a partire da elementi già utilizzati, ma Vince Clarke conosce i ferri del mestiere e ha saputo trasformare in occasione creativa la semi-reclusione imposta dalla pandemia. Seduto ai monitor di casa, si è preso la briga di metter mano ai comandi Yamaha per smontare i file del precedente "The Neon" e riassemblarli in chiave diversa. Andy Bell, invece ,al solito ci ha messo la voce concentrandosi stavolta, assieme al fido collaboratore Gareth Jones, più sull'effetto che non sulle parole, comunque pungenti. Ne è nato un album, il diciottesimo in studio della band britannica, vivido e moderno, seppur ricco di echi dal passato. Del resto, malgrado il meglio lo abbiano dato con hit super-orecchiabili, i due consumati maestri del synth-pop britannico non hanno mai avuto paura di sperimentare.
Non si tratta dunque di semplici remix, ma di un audace lavoro di backup e ripristino sui generis che farà felici i feticisti delle sonorità vintage: dieci tracce, ciascuna di tre minuti circa, in cui i ruoli tradizionali si invertono, con il calore che viene spesso emanato dai beat pulsanti e il freddo da intersezioni parlate robotiche e glaciali, nobilitate da un'emotività che si conferma piatto forte del marchio.
La minacciosa apertura "Based On A True Story" mescola le basi di "Tower Of Love" in modo ossessivo senza stravolgere del tutto il mood bizzoso dell'originale, mentre "Bop Beat" (probabilmente la maggior indiziata a gloria radiofonica) alza i decibel attraverso frasi stroboscopiche da pista da ballo Ebm, dove Andy non è più presenza umana ma strumento percussivo al servizio del ritmo, con risultati martellanti quanto la gemella "Hey Now (Think I Got A Feeling)".
"Pin Prick" (di sottile impalcatura new age) è un altro degli episodi salienti di una scaletta la cui prima metà cresce lenta e armoniosa tra romanticherie da cinema noir e malinconiche venature rétro (le melodie di "Now" e "The Conman", la prima a contenere un qualche significativo input lirico, ricordano sostanzialmente più gli Yazoo di "Only You" e "I Before E Except After C" che non gli Erasure vecchio stampo), mentre la metà successiva torna a mietere vittime sul dancefloor con l'appiccicosa disco post-apocalittica "Inside Out", destinata a intrappolare la psiche negli alienanti pavimenti a specchio luminoso.
"Harbour Of My Heart" e "3 Strikes And You're Out" sono le più dirette e vicine al formato standard. Da apprezzare infine le decorazioni nouveau di "The Shape Of Things" (a qualcuno faranno tornare in mente i "Moments In Love" esistenziali dei pionieri Art Of Noise) e la ninnananna paranoide "The End", che chiude a colpi di carillon stilizzato un concept tutto sommato dinamico e vibrante.
La voglia non manca, e dopo un discreto album della resurrezione (2020), la sua appendice del 2021 in salsa remix, il mini-sequel "Ne:EP" e il doveroso circus live relativo (i concerti registrati a Manchester sono stati pubblicati nell'aprile di quest'anno) l'interminabile saga di "The Neon" si arricchisce di un nuovo fluorescente capitolo: a quando il prossimo?
22/09/2022