Non è stato facile mettere ordine nella produzione artistica di Arthur Russell, né aiuta la cospicua mole di inediti che vengono estrapolati continuamente dai cassetti da quasi un ventennio. Morto nell’aprile del 1992, il geniale e trasversale autore americano è stato oggetto di un recupero critico che ha dato via a oltre una decina di album inediti.
Tra tutte le pubblicazioni postume, “Picture Of Bunny Rabbit” ha decisamente una marcia in più, in quanto cattura uno dei periodi più fervidi dell’autore, basandosi su registrazioni di poco antecedenti al capolavoro, nonché unico album pubblicato in vita, “World Of Echo”. Concesso alla stampa dalla sorella e dalla madre di Arthur Russell, questo archivio datato 15 settembre 1995 offre uno sguardo sulla produzione del musicista, destinata a far da colonna sonora per balletti e opere teatrali.
Le armi a disposizione di Russell sono sempre state essenziali e basilari: un violoncello, una voce, effetti e tanta immaginazione, il tutto cementato da una perfezione al limite dell’ossessione. “Picture Of Bunny Rabbit” condivide con “World Of Echo” lo straziante dolore dell’annunciata morte per Aids.
Le nove tracce vivono di contrasti tra forme solide e forme fluide, il graffio strumentale e la fragilità della voce hanno i connotati di una musicalità aliena, infestante, in particolare la splendida, impetuosa e dissonante title track. L’attitudine alla composizione pop e cantautorale è appena percepibile, l’imprevedibilità è sempre in agguato ed è difficile seguire le complesse strutture compositive senza far ricorso a una buona dose di immaginazione e follia.
Anche le parole non seguono uno schema, spesso simili a granelli di sabbia gettati al vento al pari di un canto blues (“Not Checking Up”) o stritolate tra la labbra al punto da assomigliare ad un lamento esangue (“Telling No One”). Torbide melodie e slanci appassionati creano l’ennesimo ossimoro creativo: la tracimante sensualità di “Boy With A Smile” e l’aspra bellezza di “Very Reason” sono sufficienti a giustificare l’interesse per questo nuovo documento inedito.
Due splendide incursioni nello stesso immaginario di Vini Reilly (“Fuzzbuster #06”, “Fuzzbuster #9”) e l’ardimentosa versione cut and jam di “In The Light Of A Miracle” (da “Another Thought”) sottolineano con fermezza la potenza visionaria di Arthur Russell e ne espandono ulteriormente l’universo creativo.
Le oltre 1000 ore di registrazioni inedite lasciate dal musicista si stanno rivelando precorritrici di tanta avanguardia corrente ed è senz’altro giunto il tempo di assegnare a Russell un posto al fianco di artisti come Tony Conrad o Philip Glass, alfieri di una musica in cui convivono passato, presente e futuro.
21/07/2023