Per chi come noi
si è perso e adesso è fuori
e non ha più un posto dove andare
però ha la voglia di tornare
I Non Voglio Che Clara hanno scritto pagine parecchio belle del cantautorato indipendente italiano degli ultimi vent’anni. Quello vero, distante una decina di megaparsec dal merchandising indie svenduto poi negli ultimi tempi e assorbito come monnezza dalle cozze autoriali del mainstream. La band di Belluno, guidata dalla penna sottile di Fabio De Min, è riuscita a mantenere lindo e pinto il suo angolino nel macrocosmo discografico come un uccellino che non vuole saperne di affidarsi allo stormo in lontananza.
“MacKaye” arriva tre anni dopo “Superspleen vol.1”, e fin dalle premesse spiegate da De Min si pone come un disco scritto e pensato per quella stagione della vita che pone dinanzi al più classico dei bivi: “È uno sguardo rivolto al periodo della nostra tarda adolescenza: mi piace pensare sia un po' il nostro disco hardcore, diretto, conciso e resiliente”.
Al netto del concetto di resilienza esposto, che ha fracassato le parti basse anche di un impiegato a caso dell'Accademia della Crusca, le dieci canzoni di “MacKaye” narrano di fossi e sveglie che suonano, del buio che ti fotte, come evoca “Lucio”, dedicata (?) a Battisti, canzone riuscitissima che in un ipotetico Festival di Sanremo, libero dalla cloaca delle casse dritte imposte di recente dalle etichette e da TikTok, farebbe faville, sia per come è costruita che per l’alternanza di momenti elettrici e allo stesso tempo intimi; brano, quest’ultimo, entrato a far parte della colonna sonora de “Il compleanno di Enrico”, film di Francesco Sossai presentato al Festival di Cannes 2023 nella sezione Quinzaine de Cinéastes e vincitore dell’International Film Award al Festival Curtas Vila do Conde.
Scosse che arrivano anche in “Caffe e ginnastica”, altro episodio in cui la band gioca bene coi contrasti e con l’epica appena trattenuta che caratterizza dagli esordi la sua cifra stilistica. Stesso discorso poi per “Il primo temporale”, con la chitarra di Marcello Batelli che lacrima a dovere. Oltre ai richiami a Battisti e allo storico leader dei Fugazi, c'è anche “Miles”, dedicata al grande Robert Miles. E sui motivi di queste tre scelte De Min spiega bene tutto: “Confesso di essermi spesso sorpreso del disinvolto utilizzo del name-dropping nelle canzoni che passano alla radio, tanto da interrogarmi, durante la scrittura del disco, se il ricorrere alla medesima pratica non comportasse il rischio di cadere nel volgare. Alla fine, consci del fatto che le canzoni non diventano né peggiori né migliori se le chiami col nome di qualcuno più bravo di te, l’abbiamo fatto: abbiamo intitolato un brano “Miles”, uno “Lucio” e “MacKaye” è diventata addirittura una dichiarazione di intenti prendendosi il titolo del disco. Non è nostalgia (che ne so io di cosa ne sanno i duemila? Andate a chiederlo direttamente a loro). Non è neanche la ruffianeria presuntuosa di un omaggio, ma piuttosto un’istantanea, fulminea, che arriva da lontano a suggerirci una chiave di lettura per ciò che ci è vicino, che giunge a ricordarci da dove proveniamo e che le idee talvolta ci appartengono, ma più spesso siamo noi ad appartenere loro”.
“Se fossimo più giovani, si arrivava a uccidersi”, canta inoltre De Min in “Miles”. "MacKaye" è un viaggio dentro “pomeriggi inutili”, ultimi baci e relazioni attempate ormai andate a male, insomma è una sorta di fotografia sbiadita da cantare con il magone in gola e una nuova consapevolezza del futuro. È una melanconia che funziona ma che spesso tende un po’ a rendere prevedibili i testi, restituendo così il "prezzo" da pagare una volta sopraggiunta l’età dei grandi. Mentre la musica quando pulsa di più, come ad esempio nella ballata dalle sonorità vagamente eighties “Le suore”, regala soddisfazioni.
“MacKay” è quindi un album complessivamente riuscito. Certo, manca il sentimentalismo aulico dell’omonimo, per chi scrive un gioiello degli anni Duemila, ma è comunque troppo chiederne una variante aggiornata a uno dei gruppi più autenticamente delicati del nuovo millennio.
26/02/2024