Paolo Saporiti

La mia falsa identità

2023 (OrangeHome)
songwriter, avant-folk-pop

Una delle situazioni più avvincenti per l'appassionato di musica è quella di provare ancora gioia quando tra le liste dei dischi in uscita si intravvede la presenza di artisti che in passato avevano regalato forti emozioni e che colpevolmente si avevano un po' trascurato nelle fasi successive.
Questo è quanto accaduto alla lettura dell’imminente pubblicazione del nuovo disco di Paolo Saporiti, raffinato cantautore milanese che ha staccato il tagliando dei cinquant’anni e che molto probabilmente con il nuovo lavoro, intitolato “La mia falsa identità”, il nono in studio, ha realizzato il suo miglior disco ad oggi.
Accompagnato dal pregevole lavoro grafico e di confezionamento svolto da Alessandro Adelio Rossi, l’album raccoglie tutta l’essenza e tutte le esperienze personali dell’artista lombardo, ragguardevole risultato di una mastodontica mole di lavoro prodigata su lunghi tempi di realizzazione e impreziosita da alcuni importanti contributi artistici.

Ciò che emerge in modo incontrastato dall’ascolto dei venti brani che compongono questo imponente lavoro è l’attenzione per i dettagli, la capacità e le virtù che Paolo – autore di tutti i testi e di tutte le musiche - mostra in ogni tassello che compone anche il più recondito anfratto del progetto.
Le liriche dell’artista lombardo si rivelano - ma lo sono sempre state, anche quando agli esordi preferiva esternare in inglese – un gioiello da sfoggiare con eleganza, indossando l’abito buono, quello delle grandi occasioni: riflessioni personali, profonde, emotive, frammiste a sguardi aperti al meticoloso esame del mondo circostante o la fervida capacità di incastrare suggestioni legate a reali storie di vita vissuta, felici e tragiche o a fantasie vere e proprie utilizzate per far viaggiare la mente dello scrittore.
Nei due distinti capitoli che costruiscono l’opera, intitolati rispettivamente “Lo sfratto” e “La zattera”, quei testi così attenti e mai banali sono corroborati da un telaio sonoro sempre idoneo al contesto, che raggruppa diverse fragranze e molteplici derivazioni sonore, anch’esse sciorinate con estrema maestria, sempre guidate dalle note della sua onnipresente chitarra acustica e dalla sua ampia vocalità, abile nel mostrare il lato più dolce e modulato, come quello più caldo, possente e vigoroso.

Si diceva dei due sottotitoli assegnati ai dischi: “Lo sfratto” e “La zattera”, due identificativi non casuali. Il primo ha un doppio significato, che porta sia alla classica definizione dell’estromissione delle persone da un domicilio, sia, ed è certamente meno nota, alla localizzazione di un dolce tipico di Pitigliano, un Comune situato nel Grossetano, che rimanda a una tradizione storica utilizzata per associare un triste ricordo. Il secondo capitolo, invece, cita il quadro di Théodore Géricault “La zattera della Medusa” in cui è rappresentato il naufragio della fregata francese Méduse; un caso che fece grande scalpore, di una nave affondata davanti alle coste francesi, dove i sopravvissuti si abbandonarono ad atti di cannibalismo, nel nome della sopravvivenza.
A livello sonoro, come accennato in precedenza, l’album è caratterizzato dall’iconico incontro tra la chitarra acustica, la voce di Saporiti, lo stretto rapporto intessuto con imponenti orchestrazioni e l’elettronica, nonché tutto il lavoro sperimentato già nel corso del passato progetto “Acini live”, vissuto con Alberto N. A. Turra alla chitarra elettrica e Lucio Sagone alla batteria, entrambi presenti anche tra queste pagine.

Le partiture degli strumenti ad arco presentate dal violoncellista Stefano Cabrera (Gnu Quartet) e gli accurati tratteggi d’elettronica aggiunti dal produttore Raffaele Abbate rendono “La mia falsa identità” un lavoro discografico equilibrato, ispirato a un’astrazione di fondo composita e per questo motivo estremamente attuale, un’epoca dove il disordine, la diversità, il paradosso delle identità, il crollo degli ideali alimentano il quotidiano in ogni aspetto.
Analizzare e valutare i singoli brani contenuti nell’album sarebbe un approccio completamente errato e forse irrispettoso per l’enorme lavoro d’insieme speso da Saporiti, ma non ci si può esimere dal puntualizzare alcuni aspetti. Ad esempio, in un brano come “Grandi verità”, l’intensità massima regalata dalle note d’acustica, che si completa con la presenza degli archi e con gli intarsi d’elettronica posti in chiusura, fornisce da subito alcune delle chiavi di lettura più importanti dell’intero lavoro oppure quanto accade per “Il bacio di Giuda”, dov’è il crescendo orchestrale ad alimentare la scena.

In “Vince lei” sono profumi blues e folk-rock a spostare l’ago della bussola verso diverse direzioni, con l’intrigante falsetto di Paolo a suggellare un’atmosfera corposa, viva, espressamente ricamata per pensieri che sanciscono il suo amore per la musica. Nel videoclip l'artista milanese è alle prese con diverse anime antitetiche che si avvicendano tra loro: le parti più oscure con quelle più solari e brillanti, il bene che si antepone al male, in un confronto-scontro continuo. A spuntarla è la figura del cantautore, l’unico rappresentante in grado di tracciare la propria sorte.
“Tu con chi stai?” è un passaggio costruito su rispettose elettroniche miste a note di chitarra elettrica siderali, volte ad accompagnare l’interpretazione vocale camaleontica di Saporiti, formidabile nel passare da fasi più intime ad altre più grintose: un’ugola dalle mille sfaccettature.

I ritmi incalzanti di “Muore un’altra balena”, le ruvide e a tratti psichedeliche tessiture di “Be Your God”, la preziosa collaborazione di Mario Arcari e del suo oboe che arricchisce “Un sogno ancora da inventare” e le misture acustico-elettroniche di “Lettera dal plotone” scortano a “Sei bellissima/La dignità di Elena”, un perno solido sul quale si muove l’intero lavoro, dove Paolo ricorda, forse anche per esorcizzare quell’atroce momento che ha colpito la sua famiglia, una nota vicenda, che ebbe grande risalto sulle cronache dell’epoca, risalente al 3 luglio 1956, quando un garzone licenziato qualche anno prima trucidò, per vendetta, nella loro panetteria i bisnonni di Saporiti, un prozio e un brigadiere.
L’accorata lettera di un padre verso il proprio figlio (“Mio figlio e il rallentatore di passi”) apre il secondo disco, che in “L’autobomba” vive uno degli attimi più vibranti, grazie alla presenza dell’ensemble dei Gnu Quartet, autentici fuoriclasse del come si possa sdoganare il canonico concetto di quartetto d’archi.

Il crescendo orchestrale di “Lucciole”, i peculiari impasti sonori di “La versione di Penelope” e “Ti cambierò il destino” fanno da succulento antipasto al dittico “So navigare benissimo”/“Sai nuotare benissimo”, nella prima parte aspra, dominante, nel testo e nelle musiche, e nella seconda molto più morbida e leggiadra, impegnata nel descrivere i gravi momenti di difficoltà vissuti da più parti in questi ultimi anni.
La chiusura affidata a “Falce nera”, con le sue straordinarie armonie acustiche distanziate da trame quasi operistiche e le verità, a tratti illusorie, con le quali è forgiata la title track cesellano un lavoro prezioso, nel quale l’artista milanese fornisce ampia dimostrazione di come esistano ancora e fortunatamente avamposti di cantautorato da rimarcare, per qualità, impegno, personalità, coraggio e per quel pizzico di pazzia che non deve mai restare ostaggio dei sogni.
Paolo Saporiti avrà certamente delle false identità - parafrasando il titolo dell'album - ma l'averle veicolate in un’opera emozionante, di rara compiutezza, dimostrando di possedere la padronanza assoluta del moderno ruolo di cantautore, è un privilegio al quale ognuno di noi ha l’opportunità di assistere.

08/11/2023

Tracklist

Capitolo 1: Lo sfratto

  1. Grandi verità
  2. Il bacio di Giuda
  3. Vince lei
  4. Tu con chi stai?
  5. Muore un’altra balena
  6. Lettera dal plotone
  7. Sei Bellissima / La dignità di Elena
  8. Be Your God
  9. Un sogno ancora da inventare feat. Mario Arcari


Capitolo 2: La zattera

  1. Mio figlio e il rallentatore di passi
  2. L'autobomba feat. Gnu Quartet
  3. So navigare benissimo
  4. Lucciole
  5. Le cicatrici dell'imperatore
  6. Sai nuotare benissimo
  7. La versione di Penelope
  8. Ti cambierò il destino
  9. Noi due, città sole
  10. Falce nera
  11. La mia falsa identità








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