Pozi

Smiling Pools

2023 (PRAH)
post-punk, art-punk

Si può fare un disco post-punk senza utilizzare la chitarra? Perché no, ribatterebbe l’eccentrico trio londinese Pozi.
“Smiling Pools” è il titolo del loro secondo lavoro, a distanza di quattro anni dall’esordio intitolato “PZ1”, che già aveva fatto presagire intuizioni per nulla scontate, seppur ancorate su canovacci certamente più lineari.
Toby Burroughs (batteria), Tom Jones (basso) e Roby Brooks (violino) disegnano un affresco insolito, dove la matrice post-punk di fondo viene levigata da un rapporto basso-batteria fuori dai canonici modelli e corroborato da un folle utilizzo del violino.

Il menù presentato dai Pozi sembra gustoso, soprattutto per chi è alla ricerca di situazioni differenti dall’usualità. Il bello è che il prodotto realizzato dal virtuoso terzetto londinese ha il pregio di serbare una certa fruibilità, che dalle avvisaglie non pare essere così scontata. Cadenze sbilenche, un ottimo lavoro d’intreccio vocale e il violino sinistro e visionario della Brooks sono gli ingredienti principali che capeggiano i dodici brani in scaletta.
Un esempio evidente lo si localizza nei ritmi ossessivi di “Slightly Shaking Cells”, dove sembra di fare ingresso in un improbabile luna park colorato dalle fruscianti note di violino e da alcuni intarsi elettronici particolarmente efficienti.
Si accennava a linee di basso che fungono volentieri da traino costante, come ben evidenziato in “Failing” e soprattutto in “Somnambulance”, che tra rumori ambientali e ronzio d’archi avanza sorniona e ipnotica.

Una menzione specifica va spesa anche per il caratteristico utilizzo delle percussioni. “Through The Door”, nella sua obliqua andatura, registra un catalogo di suoni perlopiù provenienti da tintinnii di non precisata natura, ma strutturati su uno schema di pregevole impatto. In “What You Came For”, tra irregolari tempi dispari, per cadenzare il ritmo sono utilizzati addirittura dei cucchiai da tavola, in un contesto che sembra avvolgere l’ascoltatore come se fosse intrappolato in una sala piena di specchi deformanti.
Perentorie forme motorik affiorano nella divertente “Pest Control”, nell’oscura e spigolosa “M6 Toll”, per costruzione e personalità forse l’episodio migliore in collezione, e soprattutto in “Faulty Receiver”, caparbia e diretta senza timore verso l’obiettivo, con l’onnipresente violino integrato perfettamente in circostanze d’estrazione totalmente diversa.
Le melliflue e quasi psichedeliche fragranze di “Heavenly” sono rotte dai brusii insistenti del violino della Brooks, prima che le chiodature acuminate di “Shut Up” e “24Deliveru” scortino alla chiusura di “A Walk In The Park”, luogo dove tutte le anime dei Pozi si adunano nei cinque minuti abbondanti che la compongono.

Con “Smiling Pools”, i Pozi si sono scrollati di dosso la limitante etichetta che dopo l’esordio discografico li aveva classificati come gli ennesimi rappresentanti del nuovo filone post-punk.
La costruzione e repentina decostruzione dei suoni perpetrata in queste tracce, che permangono paradossalmente piacevoli nella loro strampalata singolarità, è una manifestazione più verosimile della reale indole del trio inglese, che sembra destreggiarsi con carattere verso direzioni nient’affatto preimpostate, lasciando ampio spazio all’immaginazione e ad abbinamenti inconsueti.

21/11/2023

Tracklist

  1. What You Came For
  2. Slightly Shaking Cells
  3. Failing
  4. Pest Control
  5. Somnambulance
  6. Through The Door
  7. M6 Toll
  8. Heavenly
  9. Faulty Receiver
  10. Shut Up
  11. 24 Deliveru
  12. A Walk In The Park








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