Quella di Julie Christmas è una delle voci femminili più potenti e sorprendenti degli ultimi venti anni. Dagli inizi con i Made Out Of Babies e i Battle Of Mice sino alla collaborazione coi Cult Of Luna, la voce di Julie Christmas è sempre stata il suo punto di forza, urlata e potente come quasi mai capita di ascoltare. Il terzo album solista, dopo ben tredici anni dal secondo, conferma il suo talento, con una band esperta e affiatata, capace di esaltare le capacità di Julie.
“Ridiculous And Full Of Blood” è un grande calderone noise e hardcore, a volte quasi ai confini del (post)metal. La prima volta che si ascolta la voce di Julie non si può non restare sorpresi e il primo approccio a “Not Enough” non può che stupire, col suo noise contorto e l’intreccio caotico di tastiere e chitarra. Questi aspetti particolarmente estremi emergono nei brani più noise, come "The Ash", un gesto d'amore verso i Sonic Youth, o "Thin Skin" dal sound violentissimo e maggiormente contemporaneo.
Le note di basso iniziali di “Silver Dollars” sembrano quasi una serie di martellate su cui si instaura pian piano una breve melodia. La pseudo-ballata “The Lighthouse” è spezzata in due, nel dualismo piano-forte tipico del rock anni 90, passando da momenti lenti e riflessivi alle urla strazianti. Johannes Persson, chitarra e voce dei Cult Of Luna duetta con Julie in “End Of The World”, che si evolve lentamente nella traccia più metal dell'album. La ballata vera giunge alla fine con “Seven Days” scarna, asciutta, con finale tragico.
Il talento di Julie Christmas non può essere negato, i limiti non stanno nella sua voce, quanto semmai in alcuni momenti che sanno di già sentito, di ripescaggi anni 80 o 90. I brani maggiormente orientati al noise risultano alla fine i più interessanti e coraggiosi (“Not Enough”, "The Ash" o “Thin Skin”). Per il resto se esistesse il titolo della migliore voce rock feminile dell’anno, Julie Christmas lo meriterebbe senz’altro.
30/11/2024