Era solo questione di tempo, d'altronde gli indizi disseminati nei precedenti lavori costituiscono tutti insieme una prova decisa. Dai copiosi richiami alla garage di cambio millennio agli echi rumeni di una potenziale hit quale “Poison”, la dance anni 00 è diventata un punto di riferimento sempre più chiaro nella ricca economia sonora di Shygirl, al punto che “Nymph” aveva progressivamente spostato l'asticella verso territori più pop. Complice anche un clima nelle classifiche nuovamente favorevole alla cassa dritta e all'euforia bombastica della house Y2K, un progetto quale “Club Shy” approfondisce l'interesse della rapper londinese per la musica da club più energica e sudata, suonando perfettamente inserito in un contesto che ne esalta l'approccio. In soli quindici minuti, un pacchetto di vitalità da buttare giù alla bisogna.
Certo, l'impassibilità nel tono di Shygirl rimane un marchio di fabbrica, anche per questo accorre un discreto numero di amici a irrobustire le fitte linee vocali di questo concentrato di euforia. Impossibile non gravitare immediatamente su “Thicc”, brano più lungo del progetto e vera botta di adrenalina, house che con i suoi beat riempie tutto lo spazio a disposizione; su di essi la voce della cantautrice irlandese Cosha ha gioco facile a imporsi, avanza imperiosa come il mare in piena.
Anche a non avere la stessa urgenza sintetica, gli altri pezzi non stanno lì a guardare: un po' Eric Prydz un po' post-club tirata a lucido, “4eva” si avvale della collaborazione di Empress Of in un gioco di sguardi e seduzioni che la produzione rende ancora più eccitante. E quando il desiderio cala, ci pensano fluttuanti tappeti electro francesi a chiosare la fine di un rapporto partito male sin da subito: in compagnia di SG Lewis, qui in buon spolvero, “Mr. Useless” è la calca che ti avvolge, la folla che ti allontana e ti spinge via, verso una nuova avventura, possibilmente più eccitante.
È un peccato che con l'eccezione di “Thicc” i brani siano perlopiù troppo brevi per sviluppare le loro idee, proposte in formato soundbite sicuramente funzionali alla condivisione sui canali social, ma che nell'ascolto per intero risultano incomplete, prive di un'estensione che ne esalti gli spunti. Sono peccati veniali per una generazione ben più avvezza al mordi e fuggi, peccati che rendono però evidente la differenza tra una canzone ben strutturata e un abbozzo. Resta comunque l'inimitabile energia di una figura tra le più preziose dell'attuale scena londinese: se deciderà di giocarsi a pieno titolo la carta pop, Shygirl sa perfettamente come deve agire.
19/02/2024