Che Shygirl fosse una tipa particolare lo avevamo già capito dal culto che la circonda; Zebra Katz, SOPHIE, Arca, FKA twigs, Mura Masa e Rihanna solo alcuni dei nomi che si sono voluti associare al suo marchio. Lei è Blane Muise, la rapper di provenienza Londra Sud-Est dalla parlata sciolta, lo sguardo bovino eternamente impassibile e una smodata voglia di attenzioni erotiche.
Ma questo è solo un accattivante biglietto da visita, sapientemente elaborato per imboccare il pubblico con una delle palette sonore più raffinate ed estroverse attualmente in circolo in Gran Bretagna. Ha fatto fede prima il marchio NUXXE dell'amico e collega Sega Bodega, e adesso la Because, un'etichetta che, dalle retrovie, sta sopperendo alla lampante mancanza di fantasia dei prodotti da Top 40. Lontano dai riflettori, infatti, Shygirl ci ha già fatto divertire con una carrellata di momenti spesso rasenti al geniale: i videoclip di "UCKERS" e del remix di "BDE" con slowthai, la frenesia breakbeat di "Bb" diventata meme grazie a Trisha Paytas (non chiedete altro), lo scabroso Ep "ALIAS" e poi, a sorpresa, una perla di rara fattura come "Cleo", riproposta anche in una splendida versione orchestrale registrata ad Abbey Road.
Col debutto ufficiale "Nymph", Shygirl fa finalmente centro pieno. Dodici canzo-rap dalla produzione luccicante e variegata, capaci di sintetizzare una contemporaneità hyper-pop e deconstructed club con ricordi garage e 2-step, ruvidezze grime, gommosi intermezzi chillout e suonini elettronici prossimi all'avanguardia, a dimostrazione di una gamma di ascolti giovanili che sono passati dalle Destiny's Child e Skepta ad Aphex Twin e Bjork (quest'ultima è una fan dichiarata).
La doppietta d'apertura "Woe"/"Come For Me" fa subito effetto: suoni oscuri e beat screziati di rumore, ma anche complesse stratificazioni vocali a richiamare Imogen Heap – quest'ultima non esattamente un nome associabile al rap, ma comunque una delle produttrici più quietamente influenti dell'ultimo ventennio di pop elettronico. Si prosegue con "Shlut", voyeurismo ai tempi della trap osservato attraverso un'anta che cigola, e la malaticcia cantilena noise di "Little Bit".
Con il nostalgico e leggiadro singolo "Firefly" Shygirl apre l'orizzonte alla melodia, offrendo ricami r&b e vecchie frattaglie da classifica tipo So Solid Crew, Zed Bias e le Spice Girls di "Holler". Avete mai ascoltato una ninnananna dedicata alla vagina su base Pc-music e arpe sintetiche? Ecco "Coochie (A Bedtime Story)", dolcissima e appiccicosa come una caramellina alla fragola ciucciata da Hannah Diamond. Con "Nike" e "Missin U" l'autrice affila le liriche su ciondolanti percussioni tribali, ed eccoci dentro l'irresisitible "Poison", una dance tutta fili di colla e campi rom. Non mancano i momenti di coccoloso romanticismo: "Heaven" e "Honey", morbidissime fusioni tra chillout e sad-pop d'autore con ricamini trip-hop di contorno.
Il crimine perfetto di "Nymph", se così vogliamo definirlo, sta nel riuscire a parlare tanti linguaggi diversi, salvo poi riportare tutto a una dimensione personale squisitamente intima. La favolosa cura sonora sfoderata su questo lavoro è in grado di appassionare anche chi non si avvicinerebbe mai a un disco rap, o chi magari non passa le proprie serate nei club più in voga del momento. Se PinkPantheress, George Riley ed Erika De Casier hanno già mostrato un occhio di riguardo al revival dei tardi anni Novanta/primi anni Duemila, Shygirl adesso alza nuovamente l'asticella con un lavoro tanto curioso e divertente quanto qualitativamente inaffondabile.
Con soli trentadue minuti di durata complessiva, "Nymph" non fa nemmeno in tempo a stuccare. Anzi, Shygirl lo chiude col momento più emotivo del lotto: "Wildifire", un boschivo canto jungle sorretto da un tappeto orchestrale che pare uscito da una colonna sonora di Jonny Greenwood. Cosa state aspettando?
05/10/2022