Dopo aver trascorso la prima fase dell'età adulta a Dublino, la cantautrice irlandese Maria Somerville ha deciso di abbandonare l'area metropolitana per ristabilirsi nella requie della Contea di Galway, dove è cresciuta. Il suo debutto per la storica etichetta 4AD si imbeve dello scenario paesaggistico della regione (con tributi espliciti come "Corrib"), ma mantiene una chiara connotazione astratta. La componente lirica è vaga, indefinita, come da tradizione nel dream-pop, specialmente quello più etereo; le aree lacustri, le nebbie sulle colline, i campi aperti e i promontori costieri appaiono come elementi rarefatti, suggeriti a chi ascolta, senza invaderne lo spazio percettivo.
In "Luster" flutti onirici e terrestri si irrorano vicendevolmente e, anche quando il suono si aggira nei cieli stellati, le pulsazioni dei bassi ancorano le canzoni a una corporeità sensoriale e materiale. Così in "Garden" la peregrinazione nelle metaforiche grotte marine del subconscio è trainata da percussioni e battiti costanti; o in "Violet" l'atmosfera metafisica è graffiata da stridii metallici.
Sebbene a tratti riaffiori l'estetica lo-fi che aveva caratterizzato il primo Lp di Somerville, in "Luster" la stratificazione sonora è anche frutto di un'ampliata strumentazione. In maniera quasi paradossale, proprio ora che ha abbandonato la capitale, la cantautrice ha realizzato un disco dove le numerose collaborazioni giocano un ruolo cruciale. Tocchi e pennellate esterne arricchiscono così un nocciolo di brani sorretti da una capacità di scrittura lirica e musicale sempre di alto livello che fanno di questa raccolta una delle migliori pubblicazioni in ambito dream-pop dell'anno corrente.
21/06/2025