Dave Swarbrick è morto il 3 giugno, in seguito a complicazioni dovute a una salute da tempo cagionevole. Sin dall'enfisema del 1999, che l'ha portato cinque anni dopo a dover subire il trapianto di un polmone, la situazione è sempre stata un po' traballante. Tuttavia, la sua attività concertistica non è mai venuta meno, nel segno di un amore per la musica inarrestabile.
Con Swarbrick il folk britannico ha perso una delle sue figure centrali. Il grande pubblico conobbe il suo nome quando apparve come turnista nell'epocale terzo album dei Fairport Convention, "Unhalfbricking".
L'artista era in realtà già noto in quel circolo, avendo suonato con lo Ian Campbell Folk Group dal 1960 al 1966, e dal 1965 al 1969 al fianco di Martin Carthy.
Aneddoto vuole che quando gli venne chiesto di partecipare alle sessioni di "Unhalfbricking", Swarbrick non conoscesse i Fairport Convention. Ad ogni modo, la sua abilità di polistrumentista, parimenti a suo agio fra violino, viola, mandolino e chitarra, confermò la stima che la band già nutriva nei suoi confronti.Quello fu il primo disco folk britannico a contenere un violino amplificato. Swarbrick ancora non ne possedeva uno elettrico (l'idea non era mai stata neanche presa in considerazione in quell'ambito) e l'effetto fu ottenuto in maniera tanto rudimentale che oggi viene da sorridere. Con del nastro adesivo legarono la cornetta di un telefono alla cassa del violino, dopodiché la scatola del telefono fu collegata agli amplificatori. Il risultato può essere udito in "Si tu dois partir", "Cajun Woman" e nell'epopeica "A Sailor's Life".
Poche settimane dopo, sulle ali dell'entusiasmo, gli venne chiesto di entrare nella band a tempo pieno. Vista l'ottima ricezione del disco (numero 12 in Gb), Swarbrick accettò di buon grado.
La successiva prova fu "Liege & Lief", con il violino elettrico e dominato dall'abilità di Swarbrick. Da lui scaturisce l'aura arcana che domina la famosissima versione di "Matty Groves". Suoi sono gli arrangiamenti di "Tam Lin" e del leggendario "Medley" strumentale, tour de force nel segno del virtuosismo e della danza sfrenata. Sua la firma, a quattro mani con Richard Thompson, dell'ormai classica "Crazy Man Michael". Il primo di una lunga serie di brani donati alla band.
Per il pubblico rock attuale la conoscenza dei Fairport termina solitamente qui, solo qualcuno mette piede nel successivo "Full House", e solo i fan accaniti negli album dal 1971 in poi. Anche per questo la figura di Dave Swarbrick non è celebre quanto meriterebbe. È proprio da "Full House" che infatti il violinista diventa il perno del progetto, laddove in "Liege & Lief", nonostante avesse fornito una cospicua parte degli input, veniva oscurato mediaticamente dalla carismatica stella di Sandy Denny.
È proprio per ovviare alla dipartita della cantante che "Full House" è cantato coralmente da tutti i membri della band, incluso Swarbrick. Il violinista arrangia il medley di frammenti strumentali "Dirty Linen", con i suoi intricati pattern ritmici, e firma insieme a Thompson tre brani: "Walk Awhile", "Doctor Of Physick" e la catalessi di "Sloth", nove minuti di accumulo che sembrano gettare un ponte fra gli antichi celti e l'America delle jam band.
Di quel periodo è il 45 giri "Now Be Thankful", da segnalare anche per la b-side strumentale "Sir B. McKenzie's Daughter's Lament...", in cui l'impeto violinistico di Swarbrick sembra avere persino qualcosa di punk.
Il 1971 fu l'anno in cui la band toccò il vertice commerciale, con "Angel Delight" al numero 8 (unico loro album nella top 10 britannica), ma anche quello che li vide crollare all'improvviso, quando appena cinque mesi dopo "Babbacombe Lee" fallì del tutto l'ingresso in classifica.
Il primo è importante sia perché vede Swarbrick emergere come principale cantante dei Fairport, sia perché mette in particolare evidenza le sue doti di mandolinista (si pensi alla title track o a "Sickness And Diseases"). Il secondo, eccellente e tristemente sottovalutato, è un progetto particolarmente ambizioso, una "folk opera" sulla vita del criminale inglese John Lee (1864-1945), condannato a morte e poi graziato dopo che per tre volte la botola della forca mancò di aprirsi sotto i suoi piedi.
Il progetto nacque da un'idea di Swarbrick, che firmò circa metà del materiale. Neanche l'apparizione all'Old Grey Whistle Test, dove eseguirono "Wake Up John (Hanging Song)", bastò a risollevarli in classifica. E dire che si tratta di uno dei brani più efficaci della band, un folk-rock spedito e arioso, tanto raffinato strumentalmente quanto immediato nella melodia. È anche il capolavoro interpretativo di Swarbrick, che sputa un fiume di parole con naturalezza e grande fantasia metrica.Da lì in poi i dischi dei Fairport risulteranno un po' appannati se paragonati a quelli dell'epoca d'oro, eppure il talento di Swarbrick non sarebbe mai venuto meno, tanto da permettere il colpo di coda del fuoriclasse, con la lunghissima versione di "The Bonny Bunch Of Roses" che intitola l'album del 1977. Un funereo, intenso affresco, graziato ancora una volta dalla sua voce. La caduta di Napoleone vista dai membri della sua famiglia. Quale modo migliore per incapsulare la vicenda di una band ormai finita nel dimenticatoio, in un mondo musicale distante mille miglia da quella proposta?
Eppure la storia era destinata a un lieto fine. Di lì a breve sarebbero arrivati lo scioglimento e gli show di reunion annuali nei pressi del villaggio di Cropredy, nell'Oxfordshire. Il pubblico crebbe talmente di edizione in edizione che la band decise di rientrare a tempo pieno. Swarbrick non avrebbe preso parte ai nuovi Fairport, non riuscendo più a sopportare in maniera intensiva il suono del violino elettrico, ma si ricongiunse per alcuni storici concerti, come quelli del 2006 e del 2007.
Oggi Fairport's Cropredy Convention è uno dei migliori festival del Regno Unito, un idillio di tranquillità e vecchia, grande musica, capace di raccogliere ventimila persone al giorno. E il prossimo agosto, fra l'11 e il 13, c'è da giurare che verrà pagato il giusto tributo al talento di Swarbrick, al suo sublime artigianato, al calore delle sue composizioni e alle girandole delle sue note.