Riflessi tra letteratura e musica

Le foreste di Ayase Maru e Mort Garson

Ayase Maru – La foresta trabocca
(2019, pubblicato da Add Edizioni nel 2023)

Un giorno una donna chiamata Nowatari Rui decide di ingerire un'intera ciotola di semi. Li mangia uno a uno, con lentezza ma decisione, come fossero normalissimi snack. Questo mentre il marito, lo scrittore Nowatari Tetsuya, è intento in un brainstorming con il suo editor al fine di raccogliere idee per un nuovo romanzo.
Tetsuya ha raggiunto la fortuna grazie un libro chiamato “Lacrima”, nel quale la protagonista femminile è una trasfigurazione di Rui. La donna è quindi musa dell'artista che in qualche modo l'ha depredata senza che essa fosse in grado di impedirglielo.
Lo scrittore è colto, carismatico, sicuro di sé. Grazie alle sue doti può permettersi di vampirizzare moglie ed eventuali amanti sfruttando la sua superiorità a livello lessicale, il sapere esprimere i concetti con chiarezza e decisione. Atteggiamenti non così naturali per Rui il cui essere sfruttata come personaggio di un romanzo è solo la punta dell'iceberg delle sue problematiche. Scavando nelle pagine di “La foresta trabocca” si fa sempre più evidente infatti la prevaricazione, la forza che schiaccia i sentimenti e le volontà della donna.
Cosa resta da fare a Rui in una situazione del genere? Semplice, ingoiare uno dopo l'altro i semi e assistere al germogliare nel suo corpo di un'intera foresta che finirà per occupare buona parte della casa che divide col marito.

“Le cose misteriose risiedono accanto a noi e talvolta esprimono la realtà meglio di quanto possa fare ciò che è normale”. Le parole dell'autrice Ayase Maru esprimono perfettamente il concetto base di un libro che ha la capacità di trasportare il lettore in una zona intermedia tra realtà e immaginazione ma che alla fine funge da guida a riflessioni profonde.
L'escamotage letterario della donna-foresta, apparentemente enigmatico e spiazzante, è la perfetta (nonché bellissima) metafora dell'urlo silenzioso di Rui. L'egoismo del marito, il sentirsi rabbiosa e frustrata per non avere potuto assecondare le proprie aspirazioni, la consapevolezza delle scappatelle dell'uomo, l'incapacità - per sensibilità, carattere, timidezza - di non sapersi esprimere con l'irruenza e la convinzione di lui, la portano a germogliare silenziosamente e a espandere in maniera incontrollata la sua muta volontà che ha preso forma vegetale.
A contorno di ciò le storie di personaggi come l'editor e l'amante che vanno a sottolineare e denunciare l’immagine di donna pura e silenziosa molto diffusa nella letteratura giapponese ma anche la natura oppressiva del capitalismo, l'ossessione per il lavoro alla quale gli uomini non hanno modo di sfuggire. Il tutto viene affrontato da Ayase Maru in maniera al tempo stesso astratta e realista lungo pagine che via via si fanno sempre più ficcanti e conducono a un'attenta analisi della tendenza alla sopraffazione insita nell'essere umano.

“La foresta trabocca” è levigato come una pietra di fiume, delicato come spesso la letteratura giapponese sa essere ma anche appassionato, ricco di forza, di capacità di denunciare la misoginia e le storture di una società come quella del Sol Levante. Un plauso alla Add Edizioni che ha pubblicato (con una pregiata veste grafica) il romanzo di Ayase Maru, scrittrice che ha dato vita a diciotto libri ed è stata finalista in vari premi letterari. “La foresta trabocca” è la sua prima opera a essere tradotta in italiano, la speranza adesso è quella di leggere presto le altre.

Colonna sonora: Mort Garson - Mother Earth’s Plantasia (1976)

Il sintetizzatore Moog risuona celestiale lungo la mezz'ora di durata di un album che ha fatto storia anche per la peculiarità della sua pubblicazione. In origine era infatti disponibile unicamente per coloro che si recavano a far spese presso la Mother Plant Botique, un negozio di piante di Los Angeles. In alternativa lo si poteva ricevere in omaggio acquistando un materasso della ditta Simon Mattres.
In effetti, le capacità rilassanti di queste partiture eseguite sono evidenti. Appaiono perfette per stendersi in un comodo giaciglio e osservare incantati le perfette geometrie vegetali. I brani strumentali si susseguono con forza melodica, i temi sono colmi di beatitudine e trasportano in uno sconfinato universo verde.

La protagonista de “La foresta trabocca” va oltre: accoglie nel suo corpo tale universo e dà vita alla crescita rigogliosa di un'intera foresta per comunicare con i germogli che proliferano tutto ciò che con le parole e le azioni non è in grado di esprimere. La musica di “Plantasia” crea il substrato sonoro a tali visioni e dà voce al linguaggio di esseri viventi che affascinano nel loro muto verdeggiare, che se non contenuto dalle mani dell'uomo potrebbe fagocitare l'intero pianeta.
Mentre si ascoltano le melodie carezzevoli delle varie “Baby Tear’s Blues”, “Rhapsody In Green” o “You Don’t Have To Walk A Begonia”, pare di vedere Rui cercare di entrare in contatto con il labirintico groviglio che è se stessa, pare scorgerla questa lotta per arginare la crescita incontrollata della sua volontà finalmente liberata dalle catene dell'azione e della parola.

A tratti la carica inquieta del romanzo di Ayase Maru si contrappone alle musiche terse e carezzevoli di Mort Garson, creando un godibile contrasto nel quale si materializza un alone di mistero: in maniera più o meno evidente la protagonista de “La foresta trabocca” e le melodie di “Plantasia” hanno il compito di porre il lettore-ascoltatore innanzi alle forze della natura al fine di scorgerne tutta la grazia ma anche l'oscura potenza.

Mort Garson su OndaRock

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