Midaircondo

Lisen, Lisa, Malin.
Alle volte i nomi del Nord Europa sono così belli da riuscire a incarnare tutti gli stereotipi da paradiso di normalità con cui immaginiamo che quei paesi così distanti da noi potrebbero felicemente accoglierci.
Stavolta, sono anche i nomi delle Midaircondo, tre ragazze svedesi che con "Shopping For Images" sono alla loro opera di esordio per la Type (una delle etichette più interessanti dello scorso anno, basti ascoltare gli album di Deaf Center e Khonnor, ad esempio).
La femminilità si esprime già nell'artwork dove le figure delle tre ragazze sono accompagnate da disegni semplici, dolci e sensuali. Molto femminile si rivela anche la musica prodotta da questo trio, che segue la scia elettro-acustica in evidenza negli ultimi anni: realizzate tramite l'ausilio dell'elettronica, così come da strumenti tradizionali (tastiere, strumenti a fiato, percussioni), si dipanano così canzoni che sono scenari, acquarelli, paesaggi romantici, introspettivi e malinconici, ma anche all'apparenza spontanei e infantili.

Il brano iniziale "Eva Stern" è una timida apertura sul pianeta Midaircondo: loop elettronici che fanno da sostegno all'ondulazione dei fiati e delle tastiere, con il titolo del brano anch'esso ripetuto in sequenza; lascia il posto a un pezzo più movimentato, inquieto e sorpreso, "Could You Please Stop", anche qui beat e loop accompagnati stavolta da una frase di basso jazzato; il terzo brano del disco è sicuramente uno di quelli dotato di maggior appeal, e, perché no, anche uno dei più belli dell'album, "Serenade", titolo quantomeno azzeccato: qui l'elettronica si fa meno appariscente, il pianoforte, i fiati e delicate percussioni avvolgono la voce sofferta ma forte della cantante svedese.
Il procedimento adottato è simile all'addentrarsi in un mondo sconosciuto, descriverlo e poi rifletterci su, che questo mondo sia esterno o interno a noi, reale o immaginario, non cambia l'esito. Il calore delle strumentazioni compensa la freddezza dei loop e la staticità di alcuni brani, stasi accentuata dalle melodie reiterate, così come le voci alternano momenti di alienazione distaccata ad altri quasi soul (come avviene in "Sorry" ad esempio).
Tra questi bozzetti astratti spuntano momenti più pop a dare maggiore varietà alla proposta, come avviene in "Perfect Spot", bel crescendo vocale a tre ugole avvolto tra glitch, campanelli, loop eterei e giochi di sax.
"Who'S Playing", costruita da un gioco al rimpiattino di percussioni metalliche e non, campanelli e piccoli sampler da lap-top, rimanda a uno stile naif ben noto e tanto a caro al Sol Levante, ormai ben diffuso anche dalle nostre parti, mentre "Lo-Fi Love" è un altro bel pezzo costruito su reiterazioni e rincorrersi di effetti creati da manipolazioni digitali, ma più aggressivo e inquietante nei suoni, con un alternarsi di crescendo e momenti di maggiore stasi.
Gli ultimi due brani del disco non aggiungono nulla di nuovo a quanto detto in precedenza, ma non si può non considerare "I'll Be Waiting" un degno suggello finale e un compendio dello stile delle Midaircondo.

L'accusa che si potrebbe rivolgere a questo "Shopping For Images" è di essere un po' monocorde dal punto di vista espressivo e umorale, ma, a parere di chi vi scrive, un'eccessiva collusione con il pop, o anche con una musica più sperimentale, avrebbe fatto perdere originalità all'album, e l'essenza va colta proprio nel bozzolo in cui è capace di avvolgerci, costruito in maniera certosina, brano per brano.
Esiste un misterioso fil rouge che unisce l'estremo Oriente alla Scandinavia.
Uno stile naif ma molto accurato, gentile ma capace di rivelare sfaccettature complesse, che già da qualche anno sembra appannaggio di queste terre geograficamente così distanti, e non possiamo quindi che prenderne atto: le tre ragazze svedesi Midaircondo con il loro ottimo esordio sono l'ennesima conferma.