Chad VanGaalen

Diaper Island

2011 (Sub Pop)
alt-folk, alt-rock

Son fatti così, questi canadesi: prendere o lasciare. Schegge impazzite del panorama indipendente internazionale, estremamente individualisti nella creazione di un proprio pantheon espressivo, ma anche pronti ad associarsi in naturali sinergie musicali. Li si può considerare saltimbanchi della musica, frivoli giocolieri pronti a vendersi alle ultime mode, oppure si può apprezzare - guadagnandoci - la capacità di guardare oltre la tradizione, reinventandola secondo la propria sensibilità.
È il caso, indubbiamente, di Chad VanGaalen, uno degli estrosi cantautori da cameretta (da cantina, sarebbe meglio dire nel suo caso) che la Sub Pop ha estratto dagli apparentemente inesauribili giacimenti del subconscio collettivo e che si ritrova qui a collaborare con un'altra band canadese, gli Women. Importante anche notare come Chad abbia abbandonato, per questa uscita, il suo abituale studio domestico per registrare in una recording room più spaziosa, chiamata Yoko Eno.

Il risultato è un disco le cui variazioni stilistiche, tipiche di VanGaalen, si ricompattano all'insegna di un sound decisamente più coeso, impresso dalla collaborazione con gli Women, band della quale lui stesso è stato almeno parzialmente ideatore, essendo stato produttore dei loro primi dischi. Un sound naturalmente fatto di chitarre che prima formano una pasta metallica grezza, quasi informe, e poi pulsano nevralgicamente sui ritmi incalzanti di pezzi come "Burning Photographs", dalle ascendenze chiaramente Arcade Fire, o "Replace Me", ancora vicina ai canoni revivalisti dell'indie-rock degli ultimi anni.
Analogamente a quella di un altro cantautore della scena canadese, James Cullen, la musica di Chad VanGaalen incrementa il suo fascino sghembo, espresso in particolare dalle iniziali processioni venate di psichedelia (lasciata a briglie sciolte in "Blonde Hash") di "Do Not Fear" e "Peace On The Rise", o dal Neil Young rimaneggiato di "Heavy Stones".

Attenzione anche a tracce più strettamente cantautorali come "Sara", rapito motivo vernoniano, con quella acustica sperduta che si apre improvvisamente nel tambureggiante ritornello, in cui tutta l'espressività un po' insicura del Nostro sembra ricomporsi nell'accennato crescendo corale. Lo stesso si può dire di "No Panic / No Heat", che si tramuta da timida armonizzazione ad arioso vagheggiare.
Tanta carne al fuoco, come sempre, ma finché c'è la capacità di variare senza appesantirsi e senza suonare slegati, c'è tutto.


20/05/2011

Tracklist

1. Do Not Fear
2. Peace On The Rise
3. Burning Photographs
4. Heavy Stones
5. Sara
6. Replace Me
7. Blonde Hash
8. Freedom For A Policeman
9. Can You Believe It!?
10. Wandering Spirits
11. No Panic / No Heat
12. Shave My Pussy

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